Cosa pensano del Social Forum a Firenze gli acquirenti-lettori di quotidiani a meno di 2 settimane di distanza dall'evento?
il 14% si propone di partecipare alla manifestazione e ai dibattiti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2002 07:44
Cosa pensano del Social Forum a Firenze gli acquirenti-lettori di quotidiani a meno di 2 settimane di distanza dall'evento?<BR>il 14% si propone di partecipare alla manifestazione e ai dibattiti

Risponde Vincenzo Freni del Freni Ricerche Sociali e di Marketing con un sondaggio realizzato tramite interviste personali ai così detti leader d'opinione (17% circa dell'intera popolazione adulta, nel giorno medio)presso le edicole fiorentine. Il committente è Mario Razzanelli. Il campione era composto da 423 soggetti, cittadini fiorentini over 18, estratti in maniera casuale-sistematica tra gli acquirenti di quotidiani venduti in edicola presso 8 edicole.

La chiusura degli esercizi in occasione della manifestazione del 9 Novembre
Il 68% degli acquirenti-lettori di quotidiani solidarizzano con la scelta dei negozianti.

L’attesa della manifestazione sembra essere vissuta con qualche inquietudine.
I lettori-acquirenti de La Nazione e de Il Giornale della Toscana si mostrano comprensivi delle ragioni dei negozianti; fra i lettori-acquirenti invece de La Repubblica si riscontra una quota significativa di disapprovazione.Nelle fasce d’età superiori il sostegno all’atteggiamento degli esercenti commerciali è ancora più marcato.
Il Social Forum come evento mediatico
La maggioranza degli acquirenti di quotidiani intende seguire tramite i media l’evento.

Solo una esigua quota si mostra disinteressata (l’avvenimento non lascia indifferenti); notevole anche la disponibilità all’ascolto: oltre il 10% degli acquirenti-lettori di quotidiani si propone di partecipare attivamente o di assistere ai dibattiti. La quota di chi intende partecipare, direttamente o indirettamente, passa al 16% presso i lettori de La Repubblica. Anche fra gli acquirenti di altri quotidiani (Il Manifesto, L’Unità, Liberazione, Il Corriere della Sera, testate spesso acquistate in contemporanea dallo stesso individuo) si riscontra una significativa intenzione di partecipazione ai lavori del Social Forum Europeo.
Il maggior coinvolgimento appartiene alle fasce d’età più giovanili.
Il finanziamento
Poco più di un terzo degli intervistati ritiene opportuno aver concesso gratuitamente l’utilizzo degli spazi della Fortezza da Basso agli organizzatori del Social Forum (finanziamento molto + abbastanza opportuno); la quota sale al 54% fra gli acquirenti de La Repubblica.

Quasi il 60% degli intervistati disapprova la scelta.
La partecipazione alla manifestazione
Si propongono di prendere parte alla manifestazione il 14% degli acquirenti di giornali (il valore sale al 21% presso coloro che acquistano La Repubblica)
Aderiscono alla manifestazione senza partecipare direttamente il 32% di coloro che acquistano un quotidiano (46% per quanto riguarda La Repubblica). La condivisione dei temi e la partecipazione alla manifestazione riguarda il 46% degli acquirenti di quotidiani fortemente concentrati nelle fasce d’età più giovanili.

Contrari alla manifestazione gli over 56.
Se dovesse andare in Centro il 9 Novembre?
Il 56% di coloro che acquista un quotidiano eviterebbe di andare in Centro in occasione della manifestazione del 9 Novembre. Un’ulteriore quota del 17% non rinuncerebbe ad andare in Centro ma eviterebbe il percorso della manifestazione. La quota di chi non vuole “entrare in contatto” con la manifestazione assomma al 73%.
Tra gli acquirenti delle diverse testate la quota di chi ha timore a trovarsi in prossimità della manifestazione (eviterei di andare in centro in quella occasione + mi recherei in centro cercando di evitare il percorso della manifestazione) scende dall’89% dei lettori-acquirenti de La Nazione 89% e l’83% de Il Giornale della Toscana al 57% de La Repubblica.
Anche in questo caso si nota un’elevata la correlazione del timore della manifestazione con l’età dell’intervistato.
Come giudica la scelta della città di Firenze?
La domanda aperta posta agli acquirenti di giornali ha consentito di raccogliere una ampia varietà di risposte verbatim (trascritte cioè integralmente dall’intervistatore).

Le risposte sono state ricodificate a posteriori in una scala che per facilità di lettura abbiamo ripartito cromaticamente come un semaforo stradale. Le risposte in rosso (69%) sono di critica verso la scelta di Firenze come sede del Social Forum. Quella di color arancio (4%) si riferisce ad una posizione d’attesa, in accordo con l’evoluzione degli eventi. Quelle contrassegnate dal verde (23%) esprimono la giustezza della scelta.
La scelta di Firenze come sede per il Social Forum
Gli acquirenti di giornali amano molto la loro città e ne sono estremamente orgogliosi; l'amano per la sua storia e la sua gloria, la sua arte, i suoi monumenti e le sue piazze e per quello che per il mondo significano (il richiamo che la città esercita li conferma nella convinzione di vivere in una dimensione privilegiata).

Ma l'amano anche in modo diverso: una parte, maggioritaria, percepisce Firenze nella sua unicità e vulnerabilità, un bene prezioso e fragile (ripetuta è l'identificazione con il volto di una bellissima donna) da conservare, proteggere e tutelare (“Chi ha accettato non vuole bene a Firenze: è preziosa”); l'altra parte, pur minoritaria, pensa che Firenze debba proseguire, e rinnovare, la sua storia gloriosa mettendosi alla testa delle forze che vogliono trasformare (o perlomeno rimettere in discussione) la società e l'economia (“Scelta molto giusta perché ha una grande visibilità internazionale e la cittadinanza dovrebbe essere disponibile a questo tipo di cose; il fiorentino brontola ma poi è disponibile”).

Questa componente, vive con disagio e rammarico il posizionamento della città tra il museo e la sfilata di moda quale ha preso forma negli ultimi decenni.
La scelta di ospitare il Social Forum non solo divide in profondità i lettori-acquirenti dei vari giornali (scompaiono gli indifferenti), sollecitando, ed inasprendo, appartenenze e contrapposizioni ma, soprattutto, contraddice il compromesso alla base dello schieramento di Centro-Sinistra, separandone la componente “antagonista” da quella moderata: “Pensando ai disagi subiti a Genova la paura che Firenze venga rovinata c'è”, “È sbagliato portare migliaia di persone pure condividendo l'iniziativa”.

L'ospitalità al Social Forum rappresenta per per i lettori –acquirenti di quotidiani dell’area moderata un azzardo di portata non facilmente preventivabile: “Firenze è troppo monumentale ed artistica per rischiare d'essere danneggiata”, “Io non l'avrei fatto a Firenze, dopo tutto quello che è successo a Genova, è stata una scelta senza testa”, “Non vedo la positività, vedo invece la possibilità di rischio per le cose e per le persone”, “Se succede qualcosa di simile a Genova da noi il danno sarebbe quadruplicato per il valore artistico e storico dei monumenti di Firenze”.
Sul fronte dell'altro schieramento invece il movimento No-Global suscita un atteggiamento di completo ed immediato rifiuto legato all'evocazione dei disordini di Genova: “Non possiamo mettere Firenze in balia di queste orde di barbari”, “È come un maniaco che si mettesse a sfregiare una bella donna”, “Allucinante fare una manifestazione del genere dopo Genova", “Scelta obbrobriosa: Firenze non può ospitare una manifestazione come questa; se fosse pacifica...

ma la violenza distruttrice vista a Genova fa pensare alle opere d'arte che rischiano di essere distrutte”.
Nell'apertura al Social Forum sembra potersi riconoscere anche una componente cattolica come attesta il ripetuto riferimento, in contrapposizione a quella attuale, alla Firenze di La Pira, Don Milani e Padre Balducci: “Scelta positiva per le tradizioni culturali della città: Balducci, Milani, La Pira”, “Firenze è una città che ha sempre stimolato il dialogo, è un centro culturale importante”, “I propositi dei partecipanti sono buoni; Firenze città del mondo”, “Scelta molto adeguata per il nome di Firenze”.
La scelta di Domenici e Martini rappresenta comunque anche tra questi opinion leader (ricordiamo, acquirenti in prima persona di quotidiani) una posizione minoritaria, nonostante l'amplissimo vantaggio di voti di cui possono disporre, sempre confermato da tutte le elezioni ed anche da tutti i nostri sondaggi.

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