Lunedì 5 Agosto, ore 21.15, David Riondino & Cantilena Antiqua, alla Piazzetta Del Borgo di Castel Focognano (Arezzo)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2002 16:53
Lunedì 5 Agosto, ore 21.15, David Riondino & Cantilena Antiqua, alla Piazzetta Del Borgo di Castel Focognano (Arezzo)

Continua Pievi e Castelli in Musica, la rassegna di spettacoli promossa dalla Provincia di Arezzo, dalla Comunità Montana del Casentino e dai Comuni del Casentino. Lunedì 5 agosto, alla Piazzetta del Borgo di Castel Focognano (ore 21,15 – ingresso €10/8), è di scena il LIBRO DELLE FACEZIE, una serata di letture e musiche del ‘300 e ‘400 con David Riondino e l’ensemble musicale Cantilena Antiqua: il noto comico presenterà novelle dallo spirito satirico di autori toscani come Boccaccio, Secambi o Bracciolini, alternandole con l’esecuzione di brani di autori appartenenti allo stile musicale dell’Ars Nova.

Le musiche sono eseguite dal noto Ensemble di musica medievale Cantilena Antiqua che si avvale di copie di strumenti dell’epoca.

IL LIBRO DELLE FACEZIE
L’evoluzione di una società borghese agiata, in Italia centrale ma non solo, portò a nuove esigenze culturali e ad un nuovo mecenatismo laico che amava svagarsi con alto gusto artistico. Possiamo allora immaginare che le raccolte inserite in questo spettacolo, rappresentino proprio il gusto “salottiero” del tre-quattrocento; se ne ricava una visione alquanto ampia adatta a tutti i palati, e non c’è da stupirsi se fortemente appassionata di pettegolezzi e intrighi poligami.

Con stili differenti ma contemporaneamente eleganti, Boccaccio, Bracciolini, Sacchetti e Sercambi, rappresentano l’estro della letteratura del tempo. L’idea di fondo di questo spettacolo è quello di dare una “visione sonora” allo spettatore di oggi che, per quanto sia possibile, viene condotto nell’Italia tardo medievale, e invitato a divertirsi proprio attraverso la conoscenza di quel gusto sottile e intellettuale. I fruitori del tempo si dilettavano di musica e parole (vi sono diverse testimonianze), con una esigenza quasi “televisiva”, dove la treatralità della parola e del suono, riempivano i momenti di svago delle signorie ma anche delle case borghesi.

E non è un caso che proprio alcuni di questi autori, più che artisti erano uomini di legge e commercio (Sercambi) o eruditi studiosi (Bracciolini), ma al contempo abili scrittori e rimatori. In due delle raccolte da cui sono tratte le novelle di questo spettacolo, ci troviamo di fronte ad una comune ambientazione: l’allontanamento dalla città da parte di un gruppo di agiati signori (a causa di una fittizia peste), che nelle giornate di viaggio dividono il tempo secondo la scansione della vita del tempo; non mancano quindi motti di spirito, suoni e danze.

I nostri autori (Boccaccio e Sercambi) si collegano all’idea di peregrinazione propria dell’Eneide, ma anche evidenti sono i richiami alla metafora Virgiliana. Gli argomenti trattati nelle novelle, sono dei più vari: politici, erotici, satirici; in tutti aleggia uno spirito comico-tragico, ripreso dalla più antica tradizione classica. Questo invito all’ascolto erudito del tempo, non manca di stupire i moderni che si accorgono di quanto l’uomo del tardo medioevo amasse la dovizia di dettagli (a volte molto spinti!), la realisticità dei personaggi (spesso realmente esistiti), ma tutto elaborato con raffinata cura stilistica.

Anche la musica, spesso citata proprio nelle stesse fonti delle novelle (è il caso di Sercambi), denota il gusto spensierato ma allo stesso momento elegante di queste nuove classi sociali; raffinatezze stilistiche e richiami popolareschi si intrecciano nelle maglie della “nova ars” monodica e polifonica. Gli stessi autori delle musiche (tutti legati per esigenza ad ordini monastici o canonicali), hanno prodotto numerose composizioni profane su testi di Sacchetti, Petrarca, ma anche su proprie rime talvolta intrise di doppi sensi o farcite di dotti rimandi ai classici latini.

La presenza di un “narratore”, come voleva la tradizione (a volte impersonato dallo stesso autore), si alterna nelle novelle con le ballate e i madrigali eseguiti con gli strumenti dell’epoca: liuto, flauto, viella, tamburello. La parola rivive nella sua musicalità più antica e si avvale dal commento del suono per colorare di medioevo questo intrattenimento teatrale e musicale.

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