"Dante - Inferno": con Sandro Lombardi e David Riondino per la regia di Federico Tiezzi, in scena sabato 27 luglio alle ore 21.30 al Castello Malaspina di Fosdinovo (MS)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 luglio 2002 23:32

Periodicamente è necessario tornare a sfogliare uno dei libri più belli della nostra letteratura, il capolavoro più sperimentale e meno accademico. E soffermarsi di volta in volta su un passaggio particolare, un canto precedentemente trascurato, un personaggio dimenticato o, all'opposto, ritrovare invece versi che ormai la memoria ha fatto suoi.
Dopo anni di ripetuti appuntamenti scenici con il poema dantesco, Federico Tiezzi, insieme a Sandro Lombardi e David Riondino, torna alla prima delle tre cantiche, quella delle passioni più violente e brucianti, la cantica dello smarrimento e dell’incontro con Virgilio, la cantica di personaggi indimenticati come Francesca, Ciacco, Pier delle Vigne, Ulisse, Guido da Montefeltro, Ugolino...

L’Inferno è una galleria di ritratti erosi, statue spezzate, identità schiantate: personaggi, perduti nei secoli, che hanno il potere di parlarci della loro esistenza. Con le loro parole, costituiscono l’ossatura dell’avventura umana e spirituale di Dante. La sfida è sempre la stessa: superare la distanza tra il poema sacro e la sua concreta praticabilità scenica. Qui, due attori isolati nella luce si fanno i narratori lirici e comici del viaggio più intenso della storia. Solitari e generosi, si affidano alla parola del poeta, per farne emergere l’intrinseca teatralità.

Perché di Commedia si tratta: una tessitura drammatica che isola e scolpisce personaggi e sentimenti, conflitti e passioni, speranze e dolori. Nell’Inferno tutti sono ancora coinvolti nel ribollire della vita; la mancata speranza in una salvezza eterna spinge i dannati a riconoscersi come uomini solo per quello che è stata la loro parabola terrena. Da qui il realismo straordinario della poesia dantesca in questa cantica. Ma accanto al volgare dantesco, nello spettacolo affiorano anche le parole dell’oggi, con i versi di poeti a noi contemporanei: le riflessioni furenti della Divina Mimesis di Pier Paolo Pasolini, le parole visionarie dei Cantos di Ezra Pound e le terzine ironiche e divertite dello stesso Riondino.

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