Su Nove da Firenze uno studio sui malati psichiatrici del Q. 5 di Firenze
E’ una tesi di laurea in Servizio sociale discussa oggi all’Università di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 maggio 2002 16:36
Su Nove da Firenze  uno studio sui malati psichiatrici del Q. 5 di Firenze<BR>E’ una tesi di laurea in Servizio sociale discussa oggi all’Università di Firenze

FIRENZE- C’erano anche loro, oggi pomeriggio alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri”. Alla discussione della la tesi di Miriam Curatolo, laureatasi oggi in Servizio sociale con 110 e lode, hanno assistito anche alcuni malati psichiatrici residenti nel Quartiere 5 di Firenze, oggetto della ricerca sociale su cui si basa il lavoro universitario. I risultati sono disponibili on line, da oggi, sul sito internet di Nove da Firenze.
La ricerca viene pubblicata dall’Associazione culturale Rete di Comunicazione, che edita “Nove da Firenze”, notiziario locale internet.

La pubblicazione si giova di un contributo finanziario erogato dall’Assessorato alle Politiche socio-sanitarie del Comune di Firenze.
On line si trova tutto il materiale.
Il tema della ricerca sono i risultati concreti di progetti di inserimento lavorativo di malati psichiatrici ad opera dei servizi sociali del Quartiere 5 (Rifredi, Novoli, Castello, Piagge). Lo studio ha richiesto circa un anno per la raccolta dei dati attraverso l’analisi delle cartelle cliniche e sociali. Oltre ad interviste ai familiari e agli operatori professionali, è stato raccolto anche il racconto dei pazienti sul loro vissuto e sulle esperienze lavorative.
Dal lavoro di ricerca emerge il ruolo strategico dell’assistente sociale, una figura professionale centrale, punto di riferimento e di raccordo tra la rete istituzionale e non (famiglie, cooperative, volontariato, società).

Attualmente le strutture pubbliche (Comune, ASL) si trovano in una condizione di carenza d’organico. Ogni singolo assistente sociale può trovarsi a gestire un carico di molte centinaia di utenti. Ciò comporta difficoltà operative nella realizzazione di progetti complessi come quelli legati al reinserimento sociale attraveso il lavoro di soggetti colpiti da malattia mentale.
Le imprese, come la comunità, tendono a considerare i malati psichiatrici come un elemento di instabilità, se non addirittura un ostacolo alla logica produttiva.

Le aziende private e le cooperative, per partecipare ai progetti di reinserimento, richiedono un rapporto vivo e constante con le istituzione preposte. Una sfida il cui obiettivo non è la semplice occupazione del tempo delle persone malate, quanto la riappropriazione della loro identità sociale attraverso un riconoscimento di cittadinanza.

Collegamenti
In evidenza