25 aprile: celebrazioni della Liberazione per la sinistra toscana e gli ambientalisti
Ma anche una grande occasione per la destra, i fascisti, gli estremisti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 aprile 2002 23:43
25 aprile: celebrazioni della Liberazione per la sinistra toscana e gli ambientalisti<BR>Ma anche una grande occasione per la destra, i fascisti, gli estremisti

Le note di 'Bella ciao' sono risuonate - fra gli applausi anche dei turisti in piazza dell'Unita' d'Italia dove Firenze ricorda l'anniversario della Liberazione, manifestazione conclusasi poi, al termine di un corteo che ha attraversato il centro storico, nel salone dei cinquecento di Palazzo Vecchio.
I no global di Arezzo hanno festeggiato la ricorrenza della Liberazione cancellando, fra gli applausi, le svastiche dai muri di Arezzo dopo aver partecipato alla manifestazione ufficiale per il 25 aprile.
Lucca blindata dalle forze dell'ordine per tre manifestazioni: quella di Forza Nuova, del Social Forum e degli enti ed istituzioni locali.

Polizia e carabinieri hanno impedito contatti fra i partecipanti alle prime due.
Elogi a Montecatini per Renzo De Felice e critiche a Giorgio Bocca, "nostalgico" di un'epoca di scontro. Sono stati questi i passaggi principali dell'intervento del sindaco della citta' termale Ettore Severi (An).
Una delegazione di An, del Fuan e di Azione Giovani ha commemorato, nel cimitero di Trespiano, i martiri italiani di Istria, Fiume e Dalmazia ed i combattenti della RSI.
Scritte inneggianti al fascismo e a Benito Mussolini sono state tracciate sulla sede del comitato elettorale del candidato del centrosinistra a sindaco di Pistoia, Renzo Berti, dei Ds.
Festa della Liberazione e tragedia dell'11 settembre accomunate a Barga, in Lucchesia.

Nel giorno delle celebrazioni per la vittoria sul nazifascismo i barghigiani non hanno voluto dimenticare le vittime degli attentati negli Stati Uniti.
L'hanno chiamata 'Ali in liberta'' l'iniziativa organizzata dal Centro di scienze naturali di Galceti per il 25 aprile con la liberazione, anche da parte di bambini, di falchi di palude, poiane, sparvieri feriti, curati e rieducati al volo.
Un richiamo forte ai valori della Resistenza e dell'antifascismo e un monito contro la nuova minaccia della guerra fra arabi e israeliani.

Sono i principali punti affrontati durante le celebrazioni per il 57° anniversario della Liberazione nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, dove hanno preso la parola il vicesindaco Giuseppe Matulli e lo storico Giovanni Gozzini.
"Il 25 aprile - ha detto il sindaco Leonardo Domenici - rappresenta una giornata fondamentale della storia della nostra democrazia. Per questo ringrazio le autorità, i rappresentanti delle associazioni partigiane, i cittadini di Firenze che ancora una volta hanno voluto ricordare i caduti per la libertà e nella lotta al nazifascismo".


"Cinquantasette anni dopo - ha sottolineato il vicesindaco Matulli - sono ancora vivi in noi i sentimenti di Pace e fratellanza che vorremo estendere al conflitto mediorientale, perché una volta per tutte si possa arrivare cessazione delle ostilità. Per questo ritengo che l'Europa debba svolgere un ruolo fondamentale affinchè ciò avvenga".
"Accanto all'emozione del ricordo - ha proseguito il vicesindaco di Firenze - questa data ha via via accresciuto i suoi significati perché ha rappresentato la sconfitta del fascismo, del nazismo, della fine della seconda guerra mondiale, della nascita dello Stato contemporaneo.

Ma i morti nella guerra di Liberazione, quelli nei campi di sterminio, i partigiani ci hanno fatto formare la consapevolezza che solo il processo di unificazione europea possa far terminare ogni genocidio".
Per chiudere il vicesindaco Matulli ha citato Piero Calamandrei: "Quando celebriamo il 25 aprile non dobbiamo solo ricordare i nostri morti, ma dobbiamo porci la domanda come abbiamo usato in oltre mezzo secolo il loro sacrificio. Onore quindi ai caduti e impegno forte da parte di tutti noi per affrontare al meglio le nuove sfide globali".


"La visita del presidente della Germania Johannes Rau a Marzabotto - ha esordito Giovanni Gozzini - trae spunto da nuove ricerche storiche sulle stragi naziste che documentano una strategia di attacco alle popolazioni civili cui l'esercito tedesco si abitua fin dal 1941 sul fronte russo. Esse fanno parte di una rottura di civiltà che trasforma la guerra in guerra totale. Questa rottura ha una data d'inizio che è il 1935 e la persecuzione, anche coi gas asfissianti, delle popolazioni etiopiche da parte dell'esercito italiano.

E anche un simbolo che è Guernica di Picasso, dipinto nel 1937, che rappresenta l'attacco dell'aviazione nazista a un villaggio basco accusato di sostegno alla causa repubblicana".
La giornata di celebrazioni è iniziata con la deposizione delle corone di alloro da parte del sindaco Domenici e di autorità civili e militari al monumento ai caduti in piazza dell'Unità d'Italia, alla presenza di plotoni del 78° reggimento Lupi di Toscana, della Scuola di Guerra Aerea, della Scuola Marescialli dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale.

Sono state lette preghiere di monsignore Alberto Alberti per la chiesa cattolica, di Raffaele Volpe per la chiesa protestante e del rabbino capo della Comunità Ebraica a Firenze Josef Levi. Accanto ai gonfaloni del Comune di Firenze, della Regione Toscana e della Provincia di Firenze, la bandiera del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale del Corpo Volontari della Libertà, i labari delle associazioni dei partigiani. Oltre al sindaco Domenici e al vicesindaco Matulli erano presenti gli assessori Tea Albini, Daniela Lastri, Marzia Monciatti, Elisabetta Tesi, Francesco Colonna, Paolo Coggiola, Eugenio Giani, il presidente del consiglio comunale Alberto Brasca, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione.

Per la Regione Toscana era presente il presidente Claudio Martini, la Provincia di Firenze era rappresentata dall'assessore Davide Filippelli. Fra le autorità anche i parlamentari Michele Ventura e Stefano Passigli, il viceprefetto vicario Carmelo Aronica, il questore Giuseppe De Donno.
Al termine della cerimonia si è formato un corteo, preceduto dalla Filarmonica Rossini, che ha raggiunto Palazzo Vecchio.

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