I Disegni di Giovanni Fattori nelle collezioni civiche di Livorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 aprile 2002 13:01
I Disegni di Giovanni Fattori nelle collezioni civiche di Livorno

Il museo civico “Giovanni Fattori” di Livorno espone, da ieri sino al 2 giugno, una ricca ed organica selezione di disegni del grande maestro della Macchia: 146 capolavori recentemente restaurati , scelti tra i 217 fogli che costituiscono il fondo di disegni fattoriani di proprietà del Museo, il più consistente in Italia.
La mostra, Dal segno alla macchia-i disegni di Giovanni Fattori nelle collezioni civiche di Livorno, promossa dal Comune di Livorno, segue un criterio tematico e cronologico che tocca tutto l’arco produttivo dell’Artista: dai primi disegni accademici che Fattori realizzò negli anni in cui frequentava l’Accademia di Firenze, fino agli schizzi di figure militari, quegli studi sul vero, preparatori per le grandi tele delle battaglie risorgimentali.

Non mancano altri soggetti cari a Fattori come gli animali, i tanto amati butteri, o le scene di vita quotidiana con contadini, spaccasassi o carbonai, erbaiole e gabbrigiane, costruite sul vigore plastico del segno. La mostra riflette – come fa osservare Andrea Baboni, curatore dell’esposizione e profondo conoscitore dell’opera fattoriana – un mondo poetico in cui affiora costante l’estrema capacità dell’Artista di sintetizzare plasticamente, per pochi tratti, forme e figure, animali e persone, con libertà espressiva e rigore. La mostra, divisa in sezioni, trova spazio al primo ed al secondo piano di Villa Mimbelli.

Di forte interesse risulta l’allestimento di due gruppi di disegni preparatori a famose tele fattoriane esposte nel museo: Carica di cavalleria a Montebello e Assalto a Madonna della Scoperta. Il corpus di questi disegni, collocato a fianco delle tele, permetterà di effettuare una scomposizione delle opere ed di analizzare per parti le due grandi composizioni pittoriche.
Accompagna la mostra il terzo Catalogo Scientifico del museo G.Fattori dedicato appunto al disegno fattoriano . Il volume, che va ad aggiungersi ai due precedenti cataloghi ( il primo sulla pittura dell’800 ed il secondo sulle incisioni di Fattori), completa il progetto sistematico di rivalutazione del grande patrimonio artistico del museo.
Il Catalogo Scientifico , curato da Andrea Baboni, contiene l’intera collezione di disegni conservati al museo: 217 fogli tutti provenienti dallo studio dell’artista e venduti dal suo erede, Giovanni Malesci, al Comune di Livorno nel 1908; oltre al prezioso taccuino comprendente 28 carte acquistato dal Comune di Livorno nel 1981 da un collezionista privato.


La mostra si articola in cinque sezioni così suddivise:

LE BATTAGLIE DEL RISORGIMENTO
13 disegni di studi preparatori della tela “Assalto a Madonna della Scoperta”; 17 disegni preparatori della tela “Carica di Cavalleria a Montebello”( questi disegni sono collocati al secondo piano del Museo a fianco delle relative tele); 48 disegni di studi di battaglie (tra i quali spiccano come gruppi omogenei : 8 disegni preparatori per la tela “Il campo italiano durante la battaglia di Magenta” del 1862 conservata presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Palazzo Pitti; 11 disegni preparatori della tela “La battaglia di Custoza” del 1880 (conservata presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma).
Tra il maggio ed il giugno 1859 si trovano accampate al Pratone delle Cascine le truppe di Girolamo Bonaparte: è il primo momento documentato in Fattori dello studio dal vero dei soldati e della vita militare.

Segue qualche mese dopo la partecipazione dell’Artista al Concorso Ricasoli, bandito il 23 settembre 1859, a celebrazione delle battaglie risorgimentali. E’ nei disegni preparatori a “Il campo italiano durante la battaglia di Magenta”. Tela ultimata nel 1862, con cui ottiene il primo premio, che Fattori approda a quel segno netto e conchiuso che sembra come bloccare le forme in un accentuarsi del rigore formale, per poi sciogliere via via certa qual declinazione purista del tratto in più vibranti ed essenziali stilemi, nelle successive grandi battaglie; la Carica di Cavalleria a Montebello (1882) e l’Assalto alla Madonna della Scoperta (1868), quest’ultima senza dubbio da considerare la più bella scena di battaglia dipinta nel’Ottocento tutto.
Le singole figure, caratterizzate stilisticamente nel disegno sicuro e forte, autonome e come conchiuse in sé, estrapolate dal contesto di cui fanno parte aiutano a cogliere il pieno valore dei dipinti a comprendere il profondo senso del vero con cui Fattori analizza ogni figura nei più minuti particolari.
Dagli anni sessanta in avanti, l’Artista è affascinato dal senso del movimento che si evidenzia con forte espressività nei temi delle “cariche di cavalleria”.
Ed ecco nel seguire degli anni, lo svilupparsi, nelle tematiche militari, di un mutato sentimento della vita, improntato al disincanto riguardo alle idealità del Risorgimento, in impostazioni antiretoriche ed antieroiche dei temi.

Dagli schizzi d’insieme, sintetici e complessi ad un tempo nei loro grovigli segnici, si passa alle singole figure di militari, non tanto eroi, quanto uomini affaticati, gravati dal peso esistenziale, resi con tratto via via più sciolto ed articolato, sintetico o vibrante, inconfondibile nei caratteri plastici.

LA VITA NEGLI ACCAMPAMENTI MILITARI
La sezione è dedicata a 13 disegni di cui 5 rappresentano i Bersaglieri (la cui composizione risale al 1860) e 8 vedono invece come protagonista la figura del soldato la cui composizione risale agli anni 1866-67.
“Il mio ideale è stato i soggetti militari ché mi è sembrato di vedere questi buoni ragazzi pronti a tutto sacrificare per il bene della patria e della famiglia”annota Fattori negli scritti autobiografici.
Dagli inizi e per tutto l’ampio arco della sua attività , l’Artista sarà attratto dai temi militari, interpretati quali parte integrante della realtà, restituita senza retorica né idealismi in tutti i suoi aspetti.

Il soldato, cosi’come il contadino ed il buttero, appare protagonista del dramma quotidiano, colto in un atteggiamento dimesso, impacciato entro la divisa in marcia per le strade di campagna o in sosta, durante le manovre, stanco e impolverato tra boscaglie e vie di paese.
Militari campeggiano nella vita dell’accampamento, nella posta al campo, motivi silenti e carichi di attesa ove si esplica l’adempimento del dovere; realtà prive di ogni retorica in cui l’afflato epico delle battaglie si stempera nelle mille sfaccettature quotidiane.



LA VITA, IL LAVORO E LA FATICA QUOTIDIANA; I BUTTERI
La sezione, che si lega senza soluzione di continuità con la successiva, dedicata agli animali, rappresenta un altro tema caro all’artista che esprime il peso della condizione umana attraverso i personaggi a lui più cari della vita urbana e soprattutto di quella rurale. In questa sezione infatti campeggia la serie dei 16 disegni dei butteri (1882-1890) considerati tra i più bei disegni di tutto l’Ottocento.
L’artista interpreta la condizione delle classi umili in senso esistenziale , cogliendola nelle vicende quotidiane prive di accenti tragici, a significare l’inevitabilità del destino. La rappresentazione del lavoro e della fatica tra vita rurale e vita urbana, di contadini e butteri, di ciociare ed erbaiole, esprime il peso della condizione umana nei diversi aspetti del reale.
Dalla fisicità di forme cristallizzate nella luce di Ciociara di spalle, dove il segno è forte e strutturato, al profilo plastico dell’Erbaiola, Fattori passa ad affrontare spunti di vita quotidiana ove l’occhio attento coglie la presenza umana come brano di vita, a volte indugiando in una narrazione sviluppata su diversi piani, cercando sempre, più che lo spunto aneddotico, la resa esemplare della realtà.
E’ semplificativa la straordinaria serie dei butteri, senza dubbio tra i più bei disegni di tutto l’Ottocento, vividi per forza espressiva e vigore del segno, strutturati per notazioni abbrevianti, in tutto immagini compiute, conchiusamene definiti a suggerire l’energia, la vitalità ed il movimento delle figure, talvolta come bloccate nel loro essere, tal’altra proiettate al di fuori per linee esterne, colte in presa diretta a restituirci una realtà epica e selvaggia.



GLI ANIMALI
Tema che ha costantemente attratto l’artista, in questa sezione spicca soprattutto il gruppo dei cavalli (19 disegni) all’interno del quale sono stati raggruppati i 5 disegni che costituiscono gli studi preparatori per il dipinto “Lo scoppio del cassone” (1879-1880) conservato a Venezia, presso la Galleria d’arte Moderna di Ca’ Pesaro.
Gli animali e la loro forma hanno costantemente attirato l’interesse di Fattori nell’intero arco della sua produzione, sia ambientati in scene di vita e di fatica, ma anche colti solitari, nel paesaggio a scandirne i ritmi,nella stalla o per scorci abbreviati.
Annota l’artista nelle memorie autobiografiche scritte nel 1904.” Mi procurai un piccolo album e lì segnavo e segno tutto quello che vedo.

Di più è stato un vero mezzo per fare i cavalli, ed altri animali trovandoli e studiandoli per strada senza occuparmi dell’esigenza dell’estetica – che li vuole belli tutti – o belli, o brutti. E’ la forma che si deve conoscere, e nei miei più piccoli album si troveranno nasi di cavallo, zoccoli, gambe etc, fatti per strada , nascosto negli usci e dove potevo nascondermi”. I superbi disegni dei cavalli riversi e stramazzanti, studi per il dipinto “ Lo scoppio del cassone” (1879-1880), evidenziano con piena maturità di valori figurativi le nuove ricerche dell’Artista.

Il segno fluente modella gli animali non più quali figure bloccate, quanto articolate nello spazio, colte nell’attimo che sintetizza il movimento.

IL SENTIMENTO DELLA FIGURA
La sezione dedicata alla figura è costituita da 8 disegni compresi tra il 1847 ed il 1860. Si tratta essenzialmente di ritratti e figure storiche.
Nella figura l’interpretazione dell’artista spazia entro un ampio ventaglio espressivo, sia essa colta in ritratti quale presenza assoluta o piena, sia invece quale parte di un più ampio reale.
Per quanto riguarda i disegni della raccolta di Livorno, va notato come ritratti veri e propri si ritrovino particolarmente in fogli degli anni 1860-61, straordinariamente fini nell’esecuzione , in cui si evidenzia sin da questi anni iniziali, acuta capacità d’introspezione psicologica nell’estremo rigore formale di impianto purista.
La serrata organizzazione formale risulta ottenuta per salda impaginazione ove il segno si struttura integrato da sfumati e tratteggi che modellano con sapienza le forme, arricchite da leggiadre annotazioni di dettaglio.

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