50 sorgenti interferite dai lavori TAV nel Mugello e a Sesto Fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 marzo 2002 12:06
50 sorgenti interferite dai lavori TAV nel Mugello e a Sesto Fiorentino

Un bilancio impressionante: dall’inizio degli scavi delle gallerie per l’Alta Velocità ferroviaria sono 50 le sorgenti colpite! Lo dice l’ultimo report "Elenco pozzi e sorgenti interferiti dai lavori TAV", trasmesso a Idra dall’ARPAT, l’Agenzia regionale toscana per la protezione dell’ambiente.
Alle 50 sorgenti interferite si aggiungono 15 pozzi (uno dei quali, quello di Case d’Erci, perforato a falda già intercettata).
L’ARPAT suddivide in due categorie i pozzi e le sorgenti "soggetti ad interferenza da parte degli scavi delle gallerie": gli impatti certi e quelli accompagnati dalla dicitura "dubbio", quando "il punto d’acqua in questione non può definirsi con certezza interferito, o per carenza di dati ante-operam, o per un trend attuale delle portate/livelli non univocamente interpretabile".

Gli impatti sono stati definiti infatti in base ai dati disponibili. Ed è noto che i monitoraggi realizzati dalla TAV sono stato stimati per un lungo periodo insufficienti.
Anche tenendo conto di tale cautela interpretativa, tuttavia, le sorgenti sicuramente impattate ammontano a 23, e i pozzi a 9.
La palma di Comune-colabrodo spetta a Firenzuola con 20 sorgenti (8 delle quali con impatto certo). Seguono Vaglia con 12 sorgenti (3 con impatto certo), Borgo San Lorenzo con 10 (8 con impatto certo), Sesto Fiorentino con 3 (2 con impatto certo), San Piero a Sieve con 3 (1 con impatto certo), Scarperia con 2 (1 con impatto certo).
Il record dei pozzi prosciugati va invece a Vaglia (7), seguita da Borgo San Lorenzo e San Piero a Sieve (3 ciascuno), Sesto Fiorentino e Scarperia (1 ciascuno).
Idra, Associazione di volontariato, sottolinea il seguente concorso di circostanze:
"L’attuale assessore alle Nuove Infrastrutture del Comune di Firenze, arch.

Gianni Biagi, è lo stesso dirigente dell’Area Infrastrutture della Regione Toscana che ha sottoscritto nel luglio del ’95 l’atto di approvazione del progetto esecutivo TAV di cantierizzazione-colabrodo dell’Appennino (Deliberazione N. 3884 del 24.7.'95);
l’arch. Gianni Biagi ha esercitato per anni anche il ruolo di rappresentante della Regione Toscana nell'Osservatorio Ambientale sulla cantierizzazione TAV dell’Appennino, e ha dovuto lui stesso proporre la sospensione delle attività di scavo in ben tre finestre dei cantieri TAV in Toscana (Rovigo, San Giorgio e Osteto, nei Comuni di Firenzuola e di Borgo San Lorenzo) per l’acclarata insufficienza dei progetti (… quanto sopra fa ritenere che i lavori di scavo, che attualmente risultano sospesi, possano riprendere solo sulla base di attendibili approfondimenti tecnici in merito alle previsioni relative ad eventuali ulteriori interferenze con le risorse idriche e solo in presenza di adeguate misura preventive relative alle modalità di avanzamento e di impermeabilizzazione, al fine di limitare al massimo i danni al sistema idrologico e al sistema ecologico nel suo complesso, Nota dell’Osservatorio Ambientale Nazionale sulle Emergenze idrogeologiche causate dallo scavo delle gallerie nella tratta Bologna-Firenze, 17 giugno 1999), prima ancora che a mettere i sigilli a cave, discariche e cantieri intervenisse la Procura di Firenze nel giugno del 2001;
il rappresentante della Regione Toscana all’interno dell’Osservatorio Ambientale per il Nodo TAV di Firenze, l’arch.

Moreno Mugelli, è lo stesso dirigente che ha licenziato (pur con raccomandazioni e prescrizioni) il progetto di sottoattraversamento TAV della città nella veste di presidente del Nucleo di Valutazione dell’Impatto Ambientale della Regione;
i lavori TAV (Romito, Viale Belfiore, Piazza Vittorio Veneto, Ponte alla Vittoria) sono iniziati a Firenze nel gennaio 2001, e tuttavia non abbiamo avuto notizia che sia stata ancora stipulata la convenzione dell’Osservatorio Ambientale con le agenzie nazionale e toscana di protezione ambientale ANPA e ARPAT;
il decreto di nomina dell’Osservatorio Ambientale per il Nodo di Firenze è divenuto esecutivo solo il 24 dicembre 2001, e ha svolto la sua prima riunione - a Roma - il 20 febbraio 2002;
per quanto è stato possibile apprendere dal diretto interessato, il presidente dell’Osservatorio Ambientale per il Nodo TAV di Firenze, arch.

Gaetano Di Benedetto, nominato in questo ruolo nel novembre 2001, è rimasto e rimane a tempo pieno direttore della Direzione Urbanistica del Comune di Firenze, nonostante il significativo impegno derivante dall’incarico ricevuto;
i progetti di salvaguardia della salute dei fiorentini proposti dall’ASL 10 a maggio del 2000 e integrati dall’ARPAT nel gennaio 2001 non risultano essere stati ancora finanziati;
Idra ha documentato le circostanze ritenute più gravi e preoccupanti alla Procura della Repubblica di Firenze, dalla quale attende una rapida verifica delle condizioni denunciate e gli eventuali provvedimenti atti a garantire la sicurezza del territorio e la salute dei fiorentini".

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