Ieri sera al Teatro Puccini David Riondino ed Enrico Rava, con Stefano Bollani e Antonio Catania

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2002 19:26
Ieri sera al Teatro Puccini David Riondino ed Enrico Rava, con Stefano Bollani e Antonio Catania

Dopo la prima nazionale al Teatro della Fortuna di Fano il nuovo lavoro di David Riondino “Il Trombettiere” ieri sera era ospite della stagione teatrale del Puccini di Firenze. In questo incontro fra un gruppo di artisti che portano in scena musica, storia, film e ironia, insieme a Riondino, Enrico Rava, il Trombettista italiano, Stefano Bollani, la promessa del panismo fiorentino e Antonio Catania.
Lo spettacolo narra la vera storia dell’anonimo trombettiere/trombettista John Martin alias Giovanni Martini, ma se vogliamo racconta con amore la Tromba.

All’epoca del Risorgimento, tra amori e avventure Martini, giovane ligure da Apricale decide di imbarcarsi con i Mille di Garibaldi. Dalle due Sicilie il suonatore si imbarcherà poi per l’America dove finirà arruolato nel 7° Cavalleggeri del generale Custer per assistere all’epopea di Little Big Horn. Il trombettiere Martini infatti passerà alla storia per aver avuto l’ordine di portare il disperato messaggio con la richiesta di rinforzi, giunti poi tardivamente. La storia sempre in bilico tra realtà e fantasia si articola in dieci quadri, scanditi da interventi musicali originali composti da Enrico Rava e Stefano Bollani, uno dei quali, omaggio a Puccini, reinterpreta "E lucevan le stelle".
DAVIDE RIONDINO Dopo aver lavorato dieci anni a Firenze come bibliotecario, nasce artisticamente con la generazione dei cantautori degli anni Settanta.

Pubblica dischi e compone canzoni, esplorando in seguito quasi tutte le forme di comunicazione: musica, satira, cinema, teatro e televisione. Dopo Tango dei miracoli, ha prodotto tre album per la CGD, Racconti picareschi, Non svegliate l'amore e Temporale, oltre a Quando vengono le ballerine. Ha lavorato per le riviste satiriche Tango e Cuore. Ha realizzato nel 1997 come regista cinematografico il film "Cuba Libre² interpretato da Sabina Guzzanti. Come attore cinematografico e' protagonista insieme a Paolo Hendel del film di Sergio Staino “Cavalli si nasce”.

Per i Taviani ha partecipato alla Notte di San Lorenzo. In televisione ha partecipato a Lupo solitario, Fuori orario, Va pensiero, Aperto per ferie, L'Araba Fenice, A tutto volume, Quelli che il calcio, inventando per Maurizio Costanzo Show il personaggio che piu' gli ha dato popolarita' presso il pubblico del piccolo schermo, Joao Mesquino.
ENRICO RAVA
Enrico Rava, nato a Trieste nel '39, e' il jazzista italiano piu' conosciuto a livello internazionale. In trent'anni di carriera, il trombettista, filicornista, compositore ha al proprio attivo oltre settanta incisioni, di cui sedici a proprio nome.

Avvicinatosi alla tromba nel '57, grande ammiratore di Miles Davis e Chet Baker, Enrico Rava comincia a suonare giovanissimo nei club torinesi. Nel '63, conosce Gato Barbieri, al cui fianco due anni dopo incide la colonna sonora del film di Montaldo Una bella grinta. In quegli anni incontra Don Cherry, Mal Waldron e Steve Lacy, con il quale suona free jazz in quartetto tra Londra e Buenos Aires (ed e' in Argentina, nel '66, che il quartetto registra l'album The Forest and The Zoo). Nel '67, Rava e' a New York ed entra in contatto con l'avanguardia free, tra cui Roswell Rudd, Marion Brown, Rashid Ali, Cecil Taylor, Carla Bley.

Dopo una parentesi italiana, che lo vede esibirsi con vari musicisti, tra cui Franco D'Andrea, e registrare a Roma con Lee Konitz e a Brema con Manfred Schoof, nel '69 riparte per New York, dove rimarra' per otto anni. I primi tempi suona soprattutto con Rudd, Bill Dixon e la Jazz Composer's Orchestra di Carla Bley, sotto la cui direzione partecipa all'incisione di Escalator Over the Hill. A partire dal '72, anno in cui pubblica Il giro del giorno in 80 mondi, il primo disco a suo nome, Rava dirige quartetti (sia nei club newyorkesi che in tourne'e in Europa e Argentina) quasi sempre privi di pianoforte.

Le collaborazioni e le incisioni si susseguono, preziose, a ritmo serrato, al fianco di prestigiosi musicisti italiani, europei, americani: tra questi John Abercrombie, Joe Henderson, Roswell Rudd, Cecil Taylor, Ray Anderson, Dollar Brand, Franco D'Andrea, Urbani, Miroslav Vitous, Daniel Humair, Paul Motian, John Taylor, Archie Shepp, Misha Mengelberg, Richard Galliano, Lee Konitz, etc. etc.
STEFANO BOLLANI
Vastissimo e l'elenco delle sue collaborazioni del pianista. Si va dalla musica classica nelle file dell'Orchestra Regionale Toscana al pop-rock (dischi e concerti al seguito di Raf, Irene Grandi, Laura Pausini, Jovanotti, Elio e le storie tese, Marco Parente, Cristina Dona'); dalla sperimentazione elettroacustica (nel gruppo Timet, lavorando fra gli altri con Elliott Sharp e Zeena Parkins) per chiudere ovviamente con il jazz (prima di tutto Enrico Rava, Roberto Gatto e Richard Galliano, ma anche Lee Konitz, Gato Barbieri, Phil Woods, Jimmy Cobb, Han Bennink, Paolo Fresu, Aldo Romano, Roswell Rudd, Kenny Wheeler, Greg Osby, Toninho Horta, Masala-Maurizio Dami).

Ha esordito professionalmente all' eta' di 15 anni e da allora ha gia' avuto modo di partecipare a piu' di trenta incisioni discografiche. Si e' diplomato in pianoforte presso il conservatorio Cherubini di Firenze nel 1993. Come miglior talento del jazz ha vinto il referendum della rivista Musica Jazz nel 1998 e il Django d'or italiano nel 2000.

Dal Testo dello spettacolo di Riondino
In Italia: Grida di uccelli. Rumore del mare. Giovanni e il Sarto, nel buio, vanno verso la spiaggia: si presume che siano in un punto della campagna, vicino al mare.

Il Sarto appare sicuro e determinato. Giovanni e' ancora sbalestrato. Giovanni: - dove si va? Sarto: - da Garibaldi Giovanni: - ma dove? Sarto: - stai zitto e cammina. Questa non e' una passeggiata. Da questo momento sei un volontario, e per gli altri un fuorilegge. Per me, un soldato. Giovanni: - era destino.
E' notte. Due figure scivolano furtive: Giovanni e l'amico irlandese. Il resto del forte e' deserto di soldati. Si avvicinano alla tenda degli indiani. Molti di loro dormono per terra.

Tra questi un'indiana: Lunaluz. Giovanni si avvicina alla ragazza. Senza capire la lingua, nasce un dialogo. O meglio un monologo, perche' la ragazza guarda fisso Giovanni e cerca di interpretarlo. Il nostro eroe straparla come al solito di se', guarda la luna, cerca di rendersi simpatico.
Brani tratti dal copione di David Riondino

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