Teatro della Pergola: Quattro bombe in tasca (22/27 gennaio) & La guerra piccola (24/25 gennaio)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2002 13:04
Teatro della Pergola: Quattro bombe in tasca (22/27 gennaio) & La guerra piccola (24/25 gennaio)

La Toscana. La Resistenza. La memoria popolare. Si muove sui lati di questo triangolo ideale Quattro bombe in tasca, ultima fatica di Ugo Chiti, nella doppia veste di autore e regista, insieme agli attori dell’Arca Azzurra. Il brillante teatrante toscano porterà ospite con il suo spettacolo al Teatro della Pergola dal 22 al 27 gennaio.
Un testo articolato su orrori, su trasfigurazioni epiche, fantasmi e traumi: Quattro bombe in tasca mette in scena una vicenda corale della Resistenza dalla quale risaltano alcuni momenti emblematici della guerra partigiana: il rastrellamento, la tortura, il sacrificio.


“Io sto dalla parte dei partigiani” premette Chiti, evitando così di scadere nella retorica e nella celebrazione scontata. Racconti orali o scritti di chi ha vissuto direttamente o indirettamente quell’epoca hanno fornito il materiale di base, poi elaborato da Chiti in un linguaggio senza enfasi, naturale e colloquiale. La scrittura infatti conserva una perfetta linearità e per questo forza narrativa, ma anche una costruzione e un montaggio accuratissimo e sapiente.
La vicenda al centro della narrazione è veramente avvenuta durante l’occupazione nazista: un gruppo di giovani, nella primavera del 1944, tiene una postazione strategica sui monti.

Traditi da una soffiata vengono scovati da tedeschi. Bomba e altri due compagni verranno uccisi in una rappresaglia; Tizzo verrà torturato da una truce collaborazionista repubblichina; Fausto, preso dai tedeschi, farà esplodere allegramente le quattro bombe che tiene in tasca, e il suo corpo lasciato smembrato per strada. Si salverà solo il Biondo, ma la sua testa non sarà mai più la stessa. Così come non sarà mai più la stessa la testa di Silvana, vedova di Fausto e moderna Antigone, che sacrificherà il proprio onore pur di garantire degna sepoltura al corpo martoriato del marito.

Chiti non disegna degli eroi, ma degli uomini, con debolezze e tic. Dramma dunque di persone, e non di ideologie, dove ciò che più conta per l’autore è l’aspetto visionario attinto all’immaginario collettivo. Spettacolo sciolto, gradevole, ben recitato, messo in scena con tecnica cinematografica, assecondata dalla scenografia essenziale di Daniele Spisa. L’ottimo cast offre un’interpretazione intensa ed efficace che asseconda nei migliori dei modi uno spettacolo già di per sé pulito, limpido, intelligente.
Altopiano di Asiago 1916.

Le truppe italiane stanno faticosamente riconquistando il terreno perduto durante la cosiddetta “Spedizione punitiva” degli austriaci. In un casolare sfollato, semidistrutto dai bombardamenti, due soldati trovano un giovane impiccato. Poi, dalle tenebre della casa, spunta fuori anche una strana ragazza che dice di essere la contorsionista di un circo, ci chiamarsi Aspasia “come l’etéra di Pericle”, e di essere stata violentata da un solato ungherese. Comincia così una notte densa di misteri, durante la quale Aspasia prenderà le sembianze della giovane donna amata da uno dei due soldati - e morta di parto - , si preciseranno, o si confonderanno, posizioni ideologiche o confuse filosofie, baleneranno visioni e premonizioni, il soldato più giovane arriverà ad un passo dalla salvezza, ma l’altro, con un truce colpo di teatro, lo riporterà sulla via della perdizione, dentro all’eterno mito maschile e autodistruttivo della Grande Guerra. La Guerra Piccola – secondo Ugo Chiti, che ha scritto una prefazione al testo, pubblicato nel 2000 dalla casa editrice Jaca Book assieme ad altre due commedie di Severi, col titolo Valzer di Guerra – “è una tragicommedia dove i personaggi sanno prepararsi ad un esemplare punto di partenza, mantenendo poi tutte le promesse annunciate con dolorosa brillantezza drammaturgica, e un giusto equilibrio fra occulto e reale.

(…) Andrea, Giuliano e Aspasia sono presenze tangibili, ombrose e appassionate come tutte le vere creature teatrali”.
Il testo (“una lunghissima, irridente risata sulla sacralità della prima Guerra mondiale, ridotta a sfondo per le contorsioni di uomini e donne”, come l’ha definita Alberto Pozzolini) ha stravinto nel 1999 il prestigioso premio “Fondi - La Pastora”, con una motivazione che pone in risalto “il dialogo serrato e intenso”, spesso intriso, nel personaggio di Andrea, di una brutalità sarcastica e di una franchezza sessuale tali da mettere in cortocircuito l’atavico maschilismo del personaggio, il suo bellicismo e le corde più crude e crudeli della lingua toscana.
La lettura scenica proposta al Saloncino della Pergola costituisce un primo approccio al testo da parte degli attori dell’Arca Azzurra Massimo Salvianti, Lucia Socci, Dimitri Frosali, in vista di un allestimento diretto da Ugo Chiti nella stagione 2002-2003.
In occasione dello spettacolo 4 bombe in tasca (in scena dal 22 al 27 gennaio) scritto e diretto da Ugo Chiti, il Teatro della Pergola propone il 18 gennaio Immagini e voci della Resistenza, incontro con il drammaturgo e regista.

Gli attori dell’Arca Azzurra Teatro leggeranno brani da Appunti partigiani di Beppe Fenoglio, mentre Riccardo Ventrella con l’aiuto di contributi video ripercorrerà l’immagine della Resistenza nel cinema italiano. Coordina il professor Renzo Guardenti. Tutto in sala grande, a partire dalle 17.30. L’ingresso è libero.

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