Palazzo delle Papesse di Siena: da marzo 2002 la mostra "Collezionismi. De Gustibus. Collezione privata Italia", a cura di Achille Bonito Oliva e Sergio Risaliti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2001 17:08
Palazzo delle Papesse di Siena: da marzo 2002 la mostra

Collezionismi, giunto alla sua terza edizione dopo la mostra dedicata alla Collezione della Fondation Cartier, Artisti Collezionisti e Jim Dine: 1960-1970. Opere dalle collezioni private italiane, è un progetto che prevede l’esposizione periodica di significative raccolte nazionali e internazionali. Presentando esempi di mecenatismo privato e pubblico, l’iniziativa ha il merito da un lato di avvicinare lo spettatore a opere altrimenti difficilmente fruibili, offrendo di volta in volta nuovi spunti di riflessione e motivi di approfondimento intorno all’idea di collezione e quindi di museo; dall’altro quello di mettere a fuoco pratiche e atteggiamenti collezionistici eterodossi che rivelano quella pluralità di motivazioni e atteggiamenti – esaltazione intellettuale, pratica sentimentale, pulsione ossessiva, puro possesso - che sorregge il collezionismo dall’epoca antica ad oggi.
A marzo 2002 Palazzo delle Papesse ospiterà un grande evento a cura di Achille Bonito Oliva e Sergio Risaliti: De Gustibus.

Collezione privata Italia.I curatori costruiranno un percorso di storia dell’arte contemporanea dagli anni Sessanta alla nostra epoca selezionando una serie di veri e propri capolavori. Le opere saranno scelte tra quelle conservate nei caveaux dei maggiori collezionisti italiani, opere quasi mai esposte in Italia e quindi rimaste sconosciute al grande pubblico. Sarà questa l’occasione per rivelare come anche il collezionismo privato, e quindi il gusto privato, siano strumenti per una maggiore conoscenza delle vicende artistiche e una autorevole chiave di lettura della storia dell’arte e delle sue alterne vicende.
Il collezionismo inserito così nella cornice museale assurge a grande mecenatismo in una cornice storica.

La scelta del critico e storico dell’arte, capace di inserire le opere in un disegno più ampio, declina il gusto soggettivo nella dimensione pubblica dell’istituzione museale che ha come compito non solo quello di produrre eventi ed esporre opere, ma anche e soprattutto di fissare l’evoluzione della storia dell’arte contemporanea e le sue tappe salienti.

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