Nuova udienza mercoledi' scorso per la cosiddetta tassa sul panorama

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2001 16:15
Nuova udienza mercoledi' scorso per la cosiddetta tassa sul panorama

Presso il giudice di pace di Firenze e' stato vinto un altro ricorso contro il Comune di Firenze, condannando il Comune al pagamento delle spese legali.
Ventiquattro sono le cause vinte finora. Una lo scorso mese di maggio, quindici lo scorso 25 settembre, cinque il 30 ottobre, due il 20 novembre e una il 19 dicembre. Delle oltre cento cause istruite, alcune proseguiranno in Tribunale, altre sono ancora in attesa. Il prossimo appuntamento sara' il 28 dicembre.
Il giudice ha accolto il ricorso che impugnava la cartella esattoriale, perche' mancava l'indicazione dell'autorita' a cui ricorrere.

E stata ritenuta illegittima perche' non tutelava i diritti del contribuente, non mettendolo in condizione, come prescrive la legge, di fare ricorso.
I ricorrenti sono stati assistiti dalla studio legale dell'Aduc, nello specifico dagli avvocati Anna Maria Fasulo, Massimo Morettoni e Claudia Moretti.
Intanto il Comune ha presentato ricorso in Cassazione per tutte le sentenze.
Commenta il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "Una cosa e' un'udienza dal giudice di pace (dove, nel caso nostro, l'avvocato non e' obbligatorio), un'altra andare in Cassazione, la cui Corte e' solo a Roma e solo alcuni avvocati possono presentare ricorso (i cassazionisti, per l'appunto): un'operazione che ha costi tipici delle grandi cause, quindi con grandi numeri che, nel caso del Comune, sono pagati da tutti i contribuenti.

Qualcuno potrebbe sostenere che il Comune si deve pur difendere. Giusto. Ma e' altrettanto giusto che questo si faccia a ragion veduta e con qualche possibilita': condizioni che a nostro avviso non ci sono. Il giudice di pace ha condannato il Comune per aver emesso una cartella in maniera errata (non e' entrato sullo specifico della tassa sul panorama), allora, perche' non riemettere la cartella come la legge prevede e, invece, continuare l'iter giudiziale? Non riusciamo a leggere nient'altro che qualcosa tipo "il Comune ha sempre ragione, non sbaglia mai", oltre a far valere la sua disponibilita' economica (che e' sempre quella dei contribuenti) per portare i ricorrenti a dei livelli di giudizio (Cassazione, per l'appunto) cosi' costosi che, anche se vincessero, non si riprenderebbero il maltolto (quindi spera che alcuno presenti in Cassazione una memoria al suo ricorso, e, quando la parte che offende non si presenta, e' evidente che acquisisce una immagine poco convincente per il giudice).

E' quella che qualcuno potrebbe chiamare la "giustizia di chi ha soldi", ma che nel nostro caso e' ancora piu' tragico, perche' e' solo arroganza. Noi in Cassazione saremo presenti con le nostre memorie! E' bene ricordare che la "tassa sul panorama" (o indennita' risarcitoria) e' una richiesta di oblazione a chi aveva gia' ottenuto un condono edilizio o aveva la pratica in corso, rispetto ad una legge del 1939 ripescata dal ministero dei Beni Culturali (all'epoca Walter Veltroni) per succhiare soldi a contribuenti che, invece, ritenevano di aver gia' assolto al loro dovere.
Una legge che risulta essere stata superata da altre successive (come ha evidenziato il Difensore Civico della Toscana), passando le specifiche competenze dal Comune alla Regione.

Ma cio' non e' bastato al Comune di Firenze e agli altri Comuni che in Italia si sono accodati alla vicenda, con la prospettiva di facili incassi.
Il ricorso nel merito valeva e vale se fatto al Tar, ma ogni contribuente avrebbe dovuto spendere quantomeno un paio di milioni di lire, ed essendo gli importi medi richiesti di 1.400.000 lire, va da se' che chiunque si sarebbe scoraggiato. Per questo l'Aduc deposito' al Tar della Toscana alcuni ricorsi pilota, e consiglio' ai contribuenti di aspettare le ingiunzioni di pagamento e poi fare ricorso al giudice di pace, perche' bloccasse le richieste in attesa della pronuncia del Tar.

Cosi' in molti hanno fatto, pur con le novita' che si sono inframmezzate nella vicenda, tra cui l'auto-diminuzione dell'oblazione fatta dall'amministrazione per dare un contentino ai mugugni interni alla sua stessa maggioranza di governo".

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