Polemica sulle dichiarazioni di Sgarbi: gratis i musei almeno 4 ore al giorno? E gli ammnistratori toscani rispondono

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2001 16:40
Polemica sulle dichiarazioni di Sgarbi: gratis i musei almeno 4 ore al giorno?   E gli ammnistratori toscani rispondono

FIRENZE- "Almeno quattro ore al giorno d' ingresso gratuito nei musei statali": il sottosegretario ai beni culturali, Vittorio Sgarbi, a Firenze per un convegno, rilancia l' idea dell' acceso gratis nei musei italiani, una delle proposte che piu' furono al centro di polemiche al momento del suo insediamento, e conferma di volersi battere per "raggiungere questo obiettivo". "I musei - ha spiegato Sgarbi - sono come biblioteche: nessuno paga per entrare in una biblioteca nazionale; la gratuita' dell' accesso ai musei non e' un' idea da socialismo reale ma uno strumento per consacrare la natura culturale dell' istituto".

"Non credo - ha poi aggiunto il sottosegretario - che potro' fare questo da solo, anche perche' la responsabilita' di questa decisione non spetta a me, ma al ministro Urbani che si occupa degli aspetti economici legati al patrimonio culturale". Secondo il sottosegretario l' accesso gratuito non significa lasciare i musei senza risorse. "Ci sono tante alternative per il recupero di risorse che possono essere sperimentate - ha detto-: dall' invito all' offerta volontaria, praticato ad esempio dal Metropolitan Museum di New York, a sponsorizzazioni, all' introduzione di tariffe molto elevate per visite fuori orario o per chi si vuol comprare il piacere di vedere un museo da solo o in un ristretto numero di persone".

"In proposito - ha spiegato - c' e' uno studio di un gruppo di economisti statunitensi che dimostra come nei grandi musei possano affluire piu' soldi praticando sistemi alternativi che dal gettito dei biglietti".
‘’L’educazione permanente è un bisogno fondamentale della società contemporanea. Attraverso l’esperienza museale si costruiscono ponti fra generazioni. Insomma i musei non sono luoghi per i bambini o per gli adulti. L’educazione è per tutti. Ma soprattutto i musei non possono essere il ‘tempio del passato’, e nemmeno avere gli ingressi accessibili solo agli esperti: nella loro funzione educativa sono strettamente integrati nella società’’.

E’ uno dei passaggi dell’intervento dell’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze, Daniela Lastri, al convegno che si è aperto oggi a Palazzo Vecchio su, ‘Quale Museo per quale pubblico’, organizzato dall’assessorato alla pubblica istruzione, dall’Associazione del Museo dei Ragazzi e dal Centro nazionale della ricerca scientifica. Dopo aver sottolineato come ‘’la globalizzazione ci deve spingere tutti a rimuovere le frontiere, anche quelle della fruizione culturale’’, l’assessore Lastri si è soffermata proprio sull’esperienza del Museo dei Ragazzi.

‘’Una realtà assolutamente innovativa per il nostro Paese, che ci fa riflettere – ha detto - sul ruolo culturale ed educativo dei musei, sul concetto di servizio per i cittadini. Una realtà che ci fa riflettere partendo da una particolare utenza, quella dei bambini e dei giovani, per arrivare a capire quali implicazioni comporta per gli adulti e nel sistema culturale della città’’. Mettendo in risalto come, grazie all’Associazione, dove sono coinvolti direttamente il Museo dei Ragazzi di Palazzo Vecchio, l’Istituto e museo di Storia della scienza e il museo Stibbert, ‘’è stata trovata una formula che dà alla gestione un’agilità integrata e coordinata’’, l’assessore ha concluso ricordando l’obiettivo principale del progetto, ‘’aiutare i bambini e i giovani ad essere cittadini oggi e non solo in un futuro domani, in modo che in questo terzo millennio si continui ad avere una missione e ad alimentare la curiosità e il desiderio di conoscere’’.
'’Le nuove tecnologie possono, e già in gran parte lo fanno, aiutarci ad arrivare preparati, a sapere prima della partenza cosa andremo a vedere e persino dove andremo a mangiare e dormire in un determinato luogo, anche a migliaia di chilometri di distanza.

I più giovani, grazie ad Internet, probabilmente hanno visitato molti più Paesi e molti più musei di quanti, i più fortunati tra noi, hanno potuto fare nella loro vita. Ma di questo possiamo accontentarci? Possiamo essere pienamente soddisfatti? Non credo’’. Lo ha detto l’assessore al turismo e ai musei di Palazzo Vecchio, Stefano Bruzzesi, intervenendo al convegno su ‘Quale museo per quale pubblico’, in corso nella sala dei Duecento di Palazzo Vecchio. ‘’Se così fosse saremmo arrivati a quell’uniformità di giudizio e di visione generale che anche l’uomo del terzo millennio deve rifuggire.

Questi nuovi strumenti – ha proseguito - devono invece aiutarci a ‘istigare’, passatemi il termine, la voglia di conoscere, la curiosità che porta l’uomo alla continua ricerca del nuovo e insieme alla voglia di sapere tutto del passato. Diceva Albert Einstein che ‘’lo studio e la ricerca della verità e della bellezza, rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini’’. Ecco noi dobbiamo saper sviluppare questa ‘voglia di restare bambini’ che c’è in ogni uomo.

Sono proprio i più piccoli che ci insegnano come conoscere ciò che ci circonda. E’ la curiosità dei primi anni della vita che ci consente di guadare al domani con occhi che sono diversi in ciascuno di noi’’. E allora ogni giorno, ‘’come amministratori ma anche come esperti di arte, di storia e di cultura, abbiamo il dovere di pensare a qualcosa di nuovo – ha proseguito Bruzzesi -. Di studiare innovazioni utili a far sì che i musei non siano luoghi dove si passa, si guarda e si dimentica.

Avremmo fallito la nostra ‘missione’’’. Ecco perché non possiamo accontentarci solo delle nuove tecnologie. ‘’Dobbiamo costruire, là dove non ci sono, dei sistemi capaci di attrarre i visitatori. Meglio ancora se questi arrivano preparati: ma essi devono trovare le motivazioni giuste per andare di persona nei luoghi. E questo perché – ha concluso – se vogliamo puntare al turismo di qualità, dobbiamo iniziare proprio da i più giovani che saranno i turisti di domani’’.
“Prendiamo atto della posizione del sottosegretario ai beni culturali, ma noi la pensiamo diversamente.

E ribadiamo la convinzione che con la riforma federalista la Toscana ha i mezzi per gestire in proprio i tantissimi beni culturali che ospita”. Intervenendo al convegno “Quale museo per il futuro” il presidente della Regione Claudio Martini ha rilanciato in questi termini la richiesta che la Regione Toscana farà al governo per un’autonomia speciale nella gestione dei beni culturali, artistici e paesaggistici. Rispondendo alle parole del sottosegretario, il presidente Martini ha ricordato che da ieri questa non è più solo una proposta della Regione Toscana ma di tutte le regioni: infatti, “la Conferenza dei presidenti delle regioni ha approvato all’unanimità un documento, inviato al governo, in cui si chiede un’effettiva svolta federalista nella gestione dei beni culturali.

E questo sia per quanto riguarda la valorizzazione che la tutela”.
Martini ha infine proposto a Sgarbi un incontro da tenersi entro la fine novembre tra Regione Toscana e Ministero dei beni culturali per un confronto tra le diverse posizioni. La proposta è stata accettata dal sottosegretario e nei prossimi giorni verrà fissata la data del colloquio.

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