Citta metrpolitana, interviene Gianni Conti (PPI)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2001 15:35
Citta metrpolitana, interviene Gianni Conti (PPI)

Questo il testo dell'intervento di Gianni Conti, capogruppo del PPI:
«Il tema della città metropolitana è tornato a fare opinione con il referendum istituzionale; e, a Firenze con lo studio commissionato dal Sindaco Domenici: “ Piano Strategico”, cioè, “materiali per progettare Firenze e l’area metropolitana”. E’ opinione, pressoché unanime, degli economisti e degli storici delle istituzioni che senza una scala metropolitana, la città di Firenze, “casalinga” e racchiusa su se stessa, sia destinata al viale del tramonto come la gemella dell’arte, racchiusa nella laguna.

Anche Firenze, anziché da acqua salmastra, banchi di sabbia, detriti o isolette, è separata – amministrativamente – da campanili e ripicche, forse un odio all’antica credenza di essere ancora, “la Dominante”. Ecco, invece, che con un colpo d’ala, attraverso un “Piano strategico“ onnicomprensivo, si spera – finalmente – di sconfiggere il burocratismo imperante, assieme alla deresponsabilizzazione e all’immobilismo. Salvo un medio periodo, dal ’75 al ’83, è mancata anche un’opposizione costruttiva, non solo a Firenze.

Quando la D.C. è stata messa ai margini, nonostante il PCI e l’omogeneità politica con comuni contermini, piuttosto che lavorare su una diversa progettualità, anche la maggioranza di sinistra si mise a sedere, unicamente preoccupata di sopravvivere a se stessa. Oggi le condizioni sono diverse. Eppoi “Annibale è alle porte”. A Bologna è già arrivato! Oggi, sarebbe anacronistico e fuori luogo , invocare un “nuovo modo di governare” che sottintendeva programmi innovativi e coraggiosi nei settori scottanti dell’urbanistica (casa), del traffico e delle infrastrutture, dell’assistenza e della cultura.

Allora, si voleva insomma ridare slancio alla città, riplasmandola a “misura d’uomo”. Cosa, significasse non era chiaro, ma s’esaltava la speranza. Oggi tutto questo non sarebbe più accettabile. Oggi è necessario un programma credibile e, soprattutto, realizzabile. Dunque, un “Piano strategico” che rappresenti – realisticamente – una “strategia della crescita” metropolitana. Il testo avuto dal Sindaco ha l’ambizione di un buon documento, capace di sviluppare delle riflessioni attorno al tema della città e della sua area metropolitana, del loro futuro.

Riteniamo sia un contributo rilevante per un dibattito in Consiglio Comunale sulle sorti di Firenze, tanto serio quanto urgente. E’ anche il luogo più democratico per provvedere agli aggiustamenti di certe forzature intellettualistiche. Sappiamo bene che la città è un soggetto complesso. Però, vivere di solo turismo e di commercio o poco più, ci garantisce un futuro di grande significato culturale ed economico? Mettere “un libro dei sogni” al centro dei nostri impegni politici, non è scelta facile né di successo; si può sollevare il sorriso ironico degli scettici o l’indolenza degli apparati burocratici, ma è la sola scelta che oggi dev’essere fatta, affinché la “capitale” della Toscana, possa affrancarsi da un pericolo incombente: la decadenza economica e l’isolamento definitivo dai veri “Santuari della Finanza”.

Oggi, la città di Firenze è diventata il contenitore di tutto. E’ diventata un contenitore: di funzioni, di caos, di tensioni, di auto, di mercatini, di traffico; ma un grigio contenitore. Essa, dunque, va resa vivibile, va resa vitale, va gestita; non rassegnarsi che il contenitore sia soltanto un fatto inerme e anonimo, senza speranza di un piano di riordino, di riscatto civile, di decoro urbano . Il problema del futuro della città può appoggiarsi alla dimensione della “città metropolitana”; può, inoltre, realizzare l’idea di essere contenitore di funzioni terziarie avanzate, e ritornare ad essere un contenitore di popolazione, come prima dell’alluvione.

Dunque, riportare la città a capitale della Toscana, farla uscire da se stessa, ma soprattutto ricreare le condizioni economiche e culturali per non esercitare solo e soltanto funzioni turistiche. Cerchiamo - con caparbietà - che il contenitore metropolitano contenga funzioni vitali per la città. Dopo il dibattito, non rimane che passare alla cabina di regia, dove il primato della politica potrà dimostrare la sua capacità e volontà con il coraggio delle scelte».

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