Pegaso d’oro della Regione Toscana a Piovanelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2001 08:13
Pegaso d’oro della Regione Toscana a Piovanelli

FIRENZE- Il Pegaso d’oro che il presidente Claudio Martini, a nome della Regione Toscana, consegnerà venerdì pomeriggio al cardinale Silvano Piovanelli è il settimo da quando è stato istituito nel 1993: un riconoscimento a personalità e istituzioni che nel mondo si sono distinte per l’impegno a favore della pace e della cooperazione internazionale. E Piovanelli, che per diciotto anni è stato arcivescovo a Firenze, è stato sicuramente uomo di dialogo ed unione tra culture e popoli diversi.
Il Pegaso d’oro che sarà consegnato al cardinale, realizzato quest’anno dall’artista lucchese Arturo Carmassi, appartiene alla sezione speciale istituita nel 1998.

Prima di lui la statuetta col cavallo alato, nato secondo la mitologia dal sangue sgorgato dalla testa di Medusa, era stato consegnato a Mikhail Gorbaciov, alla fondazione «Robert F.Kennedy Memorial», a Jacques Delors, a Yitzhak Rabin (riconoscimento alla memoria, consegnato alla vedova Lea Rabin), a Jasser Arafat e Muhammad Yunus. Ma esiste anche un Pegaso d’oro straordinario per la cultura, istituito nel 1997. La Regione l’ha consegnato a Mario Luzi, a Jerzy Grotowsky, a Eugenio Garin e quest’anno al maestro Piero Farulli, violista e fondatore della scuola di musica di Fiesole.

Nel 1996 è stato poi istituito un Pegaso d’oro per lo Sport, che ha visto quell’anno premiare, con un’edizione speciale, il team di «Luna Rossa». Il Pegaso è stato consegnato sempre nel 1996 agli atleti saliti sul podio alle Olimpiadi di Atlanta e nella seconda edizione a nove atleti distintisi per risultati di rilievo continentale e mondiale. Sono state premiate anche tre società sportive particolarmente attive nell'opera di diffusione dello sport di base (La Asha di Pisa, la Bellaria Cappuccini di Pontedera, la Razzi e Mozzi di Massa e Marittima), mentre l’anno scorso il riconoscimento è andato agli atleti toscani che si sono distinti nelle olimpiadi australiane di Sidney.
In sette anni, da quando il premio è stato istituito, diversi sono gli autori che materialmente hanno realizzato il Pegaso d’oro.

La Regione Toscana ha sempre commissionato l’opera a grandi artisti, anche stranieri ma comunque legati alla nostra terra. Per il Pegaso da consegnare a Piovanelli, la cui cerimonia si svolgerà domani pomeriggio alle 17.30 nella Sala Giunta a Palazzo Bastogi, la scelta è caduta sul lucchese Arturo Carmassi. Tocca ancora terra il suo cavallo alato mitologico, ma ormai punta verso il cielo. E’ un istante, quello in cui si apre al volo, che l’artista ha voluto fermare nella scultura in bronzo che sarà consegnata al cardinale che per diciotto anni, dal 1993 al 2001, è stato l’arcivescovo di Firenze.

Un istante nel quale Arturo Carmassi ha espresso tutto il suo talento di artista tra i più apprezzati del panorama contemporaneo: emerge il suo inconfondibile segno incisivo ed asciutto, che conserva evidenti i riflessi delle sue emozioni ed esprime il suo temperamento libero.
Nato a Lucca 76 anni fa, Carmassi è cresciuto artisticamente a Torino e Milano e poi si è proiettato su scenari artistici internazionali, fino a ritrovare la sua Toscana: da quasi quindici anni vive a Torre di Fucecchio.

Nel 1954 è stato invitato alla Biennale di Venezia, alla Biennale di San Paolo del Brasile e dal 1957 ha partecipato a mostre di primo piano all’estero: lo troviamo al Brooklyn Museum di New York e alla Biennale di scultura di Anversa. Artista eclettico, capace di spaziare tra arte figurativa, grafica, e scultura Carmassi vive una prima, intensa fase, di passione per la scultura tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta. Nel 1962 la Biennale di Venezia dedica una sala alle sue sculture.

Tra le esposizioni più recenti ricordiamo la mostra del maggio 2000 all’istituto di cultura italiano a Bruxelles e quella del marzo 2001 “Arturo Carmassi – quaranta anni di grafica” ospitata dal Museo Piaggio di Pontedera e dalla galleria comunale di Protogruaro.

In evidenza