Convegno sull’obbligo formativo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 settembre 2001 23:47
Convegno sull’obbligo formativo

28 settembre 2001 – Intervenendo al Palazzo degli Affari di Firenze al convegno “Obbligo formativo: passaporto per una nuova cittadinanza”, promosso dalla Provincia di Firenze, il senatore Luigi Berlinguer ha difeso la legge sull’obbligo scolastico: “non si può tornare indietro sulla legge” ha detto, aggiungendo che “nessuno può pensare di confondere l’obbligo formativo con quello scolastico”. Di conseguenza Berlinguer ha invitato le Regioni, le Province ed i Comuni a dare attuazione alla legge.


“Bisogna evitare di considerare la formazione professionale come qualcosa di inferiore” ha poi detto il senatore, ed è sbagliato organizzare scuola e formazione in sistemi non comunicanti fra loro. I ragazzi, che “devono avere tutti la formazione di cui necessitano”, devono poter maturare dei crediti per quello che apprendono che gli consentano di ritornare nella scuola se la hanno abbandonata per percorsi di formazione. Finora c’è stata separatezza e ignoranza reciproca fra i due settori, che devono essere invece integrati.

A questo scopo alla formazione professionale deve essere data “dignità culturale”.
Chiudendo i lavori del convegno il presidente della Provincia di Firenze, Michele Gesualdi, ha detto che “tutti devono arrivare in fondo al percorso formativo allo stesso livello”. Questa parità di opportunità formative è fondamentale. Oggi invece ci sono meccanismi selettivi nella scuola e purtroppo sono i soggetti più deboli a patirne le conseguenze. Si tratta di un 20% dei ragazzi che in questi fase - ma per il futuro l’obiettivo è quello di una scuola che “non deve perdere nessuno per strada” - devono essere recuperati attraverso il canale dell’obbligo formativo.


I vari poli del sistema della formazione e del lavoro hanno finora lavorato separatamente, ha poi osservato il presidente della Provincia. La vera sfida è quella di portare scuola, enti locali, forze sociali ad operare tutti insieme, in sinergia.
Come combinare una maggior competitività di tutti i Paesi con la salvaguardia di una tradizione europea di coesione sociale e di sostegno alle fasce più deboli? “La risposta – spiega l’assessore provinciale alle politiche del lavoro e sociali Davide Filippelli - va cercata nel favorire una competitività basata su una più elevata qualità.

Per raggiungere questo obiettivo si deve operare contemporaneamente in diverse direzioni; una delle quali consiste nel formare persone più preparate a vivere da protagonisti nel mondo della complessità e della flessibilità”. Le indicazioni di Filippelli sono emerse in un convegno, promosso dalla Provincia di Firenze nel Palazzo degli Affari di Firenze, sul tema dell’ “Obbligo formativo: passaporto per una nuova cittadinanza”. Il convegno, che ha consentito analisi politiche e iniziative collegate all’introduzione dell’obbligo formativo, hanno partecipato fra gli altri il presidente della Provincia Michele Gesualdi, il vicepresidente della Provincia Piero Certosi, l’assessore provinciale al lavoro Davide Filippelli, il senatore Luigi Berlinguer, l’assessore alla pubblica istruzione del Comune Daniela Lastri.


Secondo Filippelli i percorsi dell'istruzione e della formazione sono cruciali: si devono formare persone, cittadini, lavoratori in grado di operare attivamente e consapevolmente nelle nuove condizioni, in grado di imparare e crescere durante tutta la loro vita.
Le riforme promosse finora “rappresentano – dice Filippelli - l’insieme più organico di riforme degli ultimi decenni, e non è senza preoccupazione che assistiamo, da parte del nuovo governo, a un confuso processo di revisione che rischia di produrre incoerenze e paralisi.

Questa battuta di arresto è tanto più preoccupante perché si può dire con forza che, dal punto di vista dell'architettura generale del sistema, il sistema italiano si avviava finalmente ad assumere una configurazione europea. Si realizzava così, anche se per il momento solo sul piano della definizione normativa, una sorta di “ingresso in Europa” del nostro sistema di istruzione e formazione”.
La Provincia è convinta che, “al di là delle revisioni che saranno introdotte, nelle riforme definite nella passata legislatura ci sono dei punti di fondo che non devono, non possono essere rimessi in discussione”.

Tra questi c’è l’innalzamento dell’obbligo scolastico e la successiva articolazione in più percorsi dell’obbligo formativo. “Sono conquiste che finalmente sono state introdotte e da cui non è possibile recedere”, conclude Filippelli che propone alla Regione e agli enti locali di tenere come obiettivo prioritario, nei prossimi anni, l'organizzazione, distribuita su tutto il territorio della provincia, di un'offerta formativa adeguata alle esigenze del territorio, che tenga conto della componente maschile e femminile e che abbia presente le esigenze dei giovani delle famiglie degli immigrati.

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