Comune di Firenze condannato per i frequenti errori sulle cartelle esattoriali

Redazione Nove da Firenze
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28 settembre 2001 23:25
Comune di Firenze condannato per i frequenti errori sulle cartelle esattoriali

Il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito ha inviato la seguente lettera al Sindaco di Firenze, Leonardo Domenici:
"Gentile Signor Sindaco,
Dovremmo essere euforici per i risultati conseguiti in sede giudiziale contro la sua amministrazione, condannata anche a pagare le spese processuali per 15 cause in cui il giudice di pace di Firenze ha ritenuto giusto darci ragione, e che diventano 16 con altrettanta vinta lo scorso maggio. Ma non e' cosi': non siamo giustizialisti, specialmente nei confronti di qualcosa di cui -comunque e nonostante- ci sentiamo parte, cioe' il Comune.
La vicenda parte dalla legittimita' o meno della cosiddetta tassa sul panorama, ma ha assunto sviluppi tali che sta mettendo allo scoperto tutto un metodo amministrativo di cui il suo governo si e' fatto alfiere.
Ma vediamo cosa ha detto il giudice nella sentenza del 25 settembre scorso: In primo luogo il giudice di pace rileva sussistere dubbi su ogni aspetto normativo della disciplina dell'indennita' risarcitoria (tassa sul panorama), dubbi che investono addirittura la legittimazione attiva del Comune a chiedere la somma ingiunta.

.... nel merito sussistono i rilievi sollevati dalla ricorrente circa la mancata indicazione, nella cartella esattoriale, dell'Autorita' e del termine per il ricorso. Non e' ammissibile che, per inerzia dell'Amministrazione che tace i predetti elementi, il cittadino debba attivarsi per supplire tali deficienze.
Mentre sullo specifico della tassa sul panorama la partita e' ancora aperta, e il centinaio di cause intentate al giudice di pace come a quello ordinario, nonche' i ricorsi al Tar della Toscana daranno ragione o torto alle parti, rimangono come un macigno le 16 sentenze che dicono che la sua Amministrazione fa male il suo lavoro, e che per ammetterlo (anche di fronte alla smaccata evidenza delle omissioni di queste cartelle) ha dovuto essere trascinata in giudizio, con tanto di proprio avvocato che ha dovuto pagare (oltre alle spese per cui e' stata condannata a Lit.200.000 per causa), cimentandosi con gli avvocati dello studio legale dell'Aduc che, ai contribuenti che hanno deciso di intentare causa, non hanno chiesto alcun emolumento.
Capisce, signor Sindaco, che la partita in gioco non e' solo la vittoria della specifica causa del contribuente che si e' sentito abbandonato e non tutelato dalla sua amministrazione, ma tutto un metodo: quello del cittadino costantemente vessato da apparentemente piccole mancanze amministrative a cui, per opporsi, avrebbe da spendere (in denaro e tempo) piu' di quanto ne ricaverebbe da una eventuale soddisfazione.
Potrei farle elenchi smisurati di questo comportamento della sua Amministrazione: a partire dalle cartelle Ici con i conteggi sbagliati di poche decine di mila lire, per cui, pur di non sobbarcarsi una giornata -e non solo- di disperata fila e colloquio presso lo specifico ufficio che non potrebbe non dargli ragione, il contribuente demorde e le consente di incassare questa per lui (ma non per l'amministrazione che fa altrettanto con moltissimi altri contribuenti) insignificante differenza ...

fino agli errori e approssimazioni delle misurazioni della Tarsu, a fronte anche di un ufficio del Catasto che definire incivile e' solo per usare parole gentili.
Eppure, signor Sindaco, visto che e' anche autorevolmente presidente nazionale dell'Anci che su certe questioni e' sempre in prima fila, in questi ultimi anni ci avete riempito di leggi sulla trasparenza, sui diritti dei contribuenti, sul dovere dell'Amministrazione che non e' solo di corretta esecuzione ma anche e soprattutto di creazione di strumenti di comprensione, tangibilita', uso e semplicita' di ricorso da parte degli amministrati.
Se i risultati sono quelli delle 15+1 condanne dell'altro giorno, alla citta' del Sindaco presidente italiano dell'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, e alla citta' il cui nome, pronunciato in ogni angolo del mondo, mostra di non essere insignificante, vuol dire che siamo all'inizio del baratro? O addirittura nel baratro? Noi siamo preoccupati e per questo glielo esterniamo.
Voglia per l'occasione, signor Sindaco, raccogliere i nostri saluti di stima verso la istituzione che rappresenta".

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