Mario Cavallero e Alessandro Fantechi in Otello da Shakespeare lunedì 27 agosto 2001 – ore 21,30 – a piazza della Libertà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2001 17:13
Mario Cavallero e Alessandro Fantechi in Otello da Shakespeare lunedì 27 agosto 2001 – ore 21,30 – a piazza della Libertà

Dopo il forfait di martedì scorso a causa della pioggia, lunedì 27 agosto approda finalmente sul palco del Parterre l’attesissimo Otello di Cavallero e Fantechi. Avete presente l’Otello di William Shakespeare? Beh, provate a immaginarvelo completamente rivisitato, stravolto, semplice pretesto per una performance in bilico tra teatro di strada, cabaret e improvvisazione pura. Più o meno quello che hanno fatto Mario Cavallero e Alessandro Fantechi, due decani del teatro fiorentino, da quasi vent’anni alle prese con questo spettacolo sempre uguale e pure sempre diverso, capace di riscuotere i consensi anche della critica più severa.

Otello, quello di Fantechi e Cavallero nasce in una sera di mezza estate in piazza della Signoria, a Firenze. Sciolto ogni dubbio amletico i due decisero di mettere su uno spettacolo e si recarono nella famosa piazza dove, ai tempi, si esibivano gli artisti di strada, i mangiafuoco, i mimi, i saltimbanchi provenienti da svariate parti del globo.... Prima che l’Amministrazione decidesse di mettere fine a questa sorta di Circo Barnum i nostri eroi ebbero modo di mettere in scena il celebre “Dramma della Gelosia”, attraverso un sorprendente viaggio nel mondo shakespeariano.

Utilizzando dapprima un canovaccio degno dei migliori guitti della commedia dell’arte e, alla bisogna, attraverso i meccanismi dell’improvvisazione, il mimo, il clown, il garbato ma vivace coinvolgimento del pubblico per ovvie esigenze legate alla ristrettezza della compagnia (ecco quindi prendere vita Desdemona, Cassio, gli Infedeli...). Tra scenografie immaginate, colonne sonore fatte... a voce, in un gioco verbale surreale, ogni parola è reinventata: Otello e Iago stravolgono William Shakespeare con profondo rispetto, confermando il rapporto inscindibile tra dramma e comicità. Constatando la immutata, anzi accresciuta freschezza e validità dello spettacolo (che anche se non pubblicizzato è stato in questi ultimi anni richiesto da varie realtà e non ha mai smesso di essere rappresentato) Cavallero e Fantechi hanno deciso di reinserirlo nel circuito ufficiale, affinché le nuove generazioni possano vivere questo piccolo ma prezioso evento, ritrovando il gusto per il Teatro creativo e d’inventiva. Mario Cavallero è nato a Livorno ma, per forza di cose e poi per scelta, è cittadino del mondo.

Attore, autore, regista di formazione prima spontanea e autodidatta, poi perfezionata secondo la scuola di Jaques Lecod. Artista nel senso completo del termine, Cavallero vanta esperienze piuttosto variegate in campo teatrale e nel mondo dello spettacolo, nelle sue varie forme d’espressione: dal teatro di prosa (compagnia Paolo Poli) alla televisione (prossimamente Non Stop di E. Trapani e Bruno Voglino, Jeans 2 con Fabio Fazio) al cinema (“Non chiamarmi Oscar” di Sergio Staino) alla musica (Banda Cavallero dove compone e canta) al suo particolare rapporto con il bilinguismo alto-atesino e sud-tirolese a seconda della visuale (“Franz Stimpfler’s Memorial” Heimat Buhne Terlano, Guglielmo Tell” libero adattamento da Schiller K.K.S.

Bolzano, “All You Need is Love” Carambolage Bolzano) all’insegnamento (tiene stages di clown, tecniche dell’improvvisazione, studio del personaggio in tutta Italia) alla poesia (“Metti in moto lo spirito!” gustosa raccolta di motti per spirito). E con questo spirito senz’altro vi spetta e vi saluta. Alessandro Fantechi si forma nella Scuola di Teatro di Bologna e lavora per anni nel Teatro ragazzi e di Figure, partecipando a numerosi festival e rassegne. Frequenta stages e laboratori con J.

Stuhr, Leo De Berardinis, W. Manfrè. Studia espressione vocale con Gabriella Bartolomei. Scrive e dirige spettacoli teatrali, da Shakespeare alla Beat Generation e fonda insieme all’Associazione Teatro 334, uno spazio “off”, nel senso di lontano, nella degradata periferia ovest di Firenze. Ultimamente organizza progetti teatrali per i più bisognosi (Comunità Rom – Campo Olmatello di Firenze e Centro di Solidarietà di Prato...) nella speranza che tutti possano, un giorno, diventare Attori.

Sempre in questa ottica dirige laboratori per ragazzi portatori di handicap. E’ tuttora alla ricerca del profondo significato della parola “Teatro”.

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