Alla Versiliana, l’ex ministro della sanità il prof. Umberto Veronesi rilancia il problema degli ospedali italiani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2001 13:17
Alla Versiliana, l’ex ministro della sanità il prof. Umberto Veronesi rilancia il problema degli ospedali italiani

Domenica al teatro La Versiliana di Marina di Pietrasanta, per la rubrica “Incontri al caffè” gestita da Romano Battaglia, c’era il prof Veronesi che ha parlato in modo particolare degli ultimi sviluppi nella ricerca oncologica.
Il problema di cui il professore ha parlato subito è stato il rilancio dell’aggiornamento dei medici italiani, i quali lavorano in strutture ospedaliere obsolete. Ha inoltre demarcato che il personale infermieristico dovrebbe avere un rapporto umano col paziente, il quale si sente psicologicamente inferiore.


A detta del prof Veronesi in Italia i fondi ci sono ma dei 30 mila miliardi, nell’arco di 13 anni, ne sono stati spesi soltanto la metà. Gli italiani a quanto pare non sanno gestire il lato economico nella ristrutturazione di simili edifici, perché c’è una lentezza burocratica immane e vi sono gelosie campanilistiche fra i vari confinanti per la costruzione di unità ospedaliere molto funzionali. Avrà forse alluso all’ Ospedale unico, progettato da Renzo Piano, che dovrebbe essere costruito fra Massa e Carrara? Può darsi visto che a Pietrasanta ne è già presente uno.


L’ospedale del futuro deve rispondere alla centralità del paziente; deve essere inserito nel mondo abitativo e deve essere dotato di tecnologie avanzate.
Oltre a questo ha sottolineato che i bisogni della scienza sono tanti e le forze frenanti che scaturiscono le classiche rivolte morali in Italia sono due : il Vaticano e i Verdi. D’altra parte il nuovo ci fa paura e quasi sempre c’è una lenta assimilazione delle nuove cognizioni. Lo scienziato di professione non esiste, la scienza deve essere libera ma bisogna limitare il cattivo uso di essa.

Vi sono strade nuove e alternative da prendere, ad esempio per quel che riguarda i cosiddetti embrioni orfani che restano in eccesso inevitabile, dopo la fecondazione assistita, è giusto che vengano utilizzati, altrimenti verrebbero buttati via e questa è un’opzione meno ingloriosa. Lo scontro fra la Chiesa e la scienza è inevitabile però bisogna pensare che l’embrione inizialmente, prima della quattordicesima giornata, non ha ancora una formazione nervosa e quindi non è da considerarsi un crimine il fatto che vengano usati embrioni crioconservati.

Per quel che riguarda invece i prelievi di organi da persone morte non rappresenta un atto sgradevole, semmai quello che è da ritenere ripugnante è la commercializzazione di simili organi. Nel corso del dibattito è emerso anche un altro problema che sta molto a cuore del prof. Veronesi, e cioè l’anoressia, considerata come disturbo psicologico. Risultato odierno di una televisione che ci propina la cultura del magro e alla base mancano l’unità della famiglia e un amore consistente. Un altro tema molto caro a Veronesi è la campagna contro il fumo, purtroppo poco funzionante perché i ragazzi iniziano molto presto e quindi sono più soggetti alla proliferazione del tumore ai polmoni.

Alla base di tutto ci sono il vizio e una forte pressione delle multinazionali. L’uso della sigaretta configura un aspetto tipologico vincente. Lo stesso abbigliamento sportivo utilizzato dai campioni della Formula 1, parla da solo. Capeggia la scritta Malboro.
Nella famiglia invece la madre fumatrice è una forte istigatrice perché influenza il figlio e solitamente la donna che fuma di più è la classica donna in carriera che svolge un’attività manageriale. In questo caso la sigaretta è uno strumento che desta sicurezza ed è sinonimo di forza e di vittoria. Molte cose sono state menzionate nel corso del dibattito.

Il prof Veronesi non ha parlato soltanto di oncologia, di terapia genica, di marcatori immunologici, di tumori alla mammella, di mastectomia, ma ha contestualizzato i valori e risultati dell’attuale scienza medica in un quadro sociale molto vario. La lotta ai tumori non è una lotta ai fantasmi, comunque nella previsione viene già formulata una scadenza. C’è quindi una presa di coscienza maggiore e occorre il passaggio da una medicina prescrittiva ad una medicina predittiva. Lo scienziato si è imposto dei limiti e la Conferenza di Asilomar ad esempio è stato un esempio costruttivo perché gli scienziati si sono cautelati nel loro limite d’azione.


Umberto Veronesi ha dichiarato di essere laico e apolitico, infatti non vedeva l’ora d ritornare nel suo laboratorio. In effetti non ha tutti torti perché la politica è molto pragmatica e legata a troppi compromessi e la scienza come è avvenuto in passato è stata asservita ad essa. Oggi però c’è libertà, più scelta, il raziocinio imperante si scontra semmai con i misti valori della rivelazione.
[R. A.]

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