Crisi Fiorentina: Cecchi Gori si "confida" al Tg5

Redazione Nove da Firenze
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28 giugno 2001 23:03
Crisi Fiorentina: Cecchi Gori si

Sulla Fiorentina "se mi si permette, il problema non esiste". "Certo, questo gran parlare ci fa lavorare tutti male e forse i revisori dei conti, i sindaci, si spaventano tutti". Così Cecchi Gori in una intervista esclusiva al Tg5. Secondo Cecchi Gori "le cifre della Fiorentina sono normalissime". Per il presidente della società viola "130 miliardi di disavanzo, quando ancora non è cominciata la campagna acquisti, dove mancano sponsor, pagamenti di Stream e altro, non mi sembra che siano una cosa assolutamente allarmante".
"Le cifre della Fiorentina sono normalissime.

Le squadre - ha spiegato Cecchi Gori intervistato dal direttore del Tg5 Enrico Mentana - vivono di introiti televisivi che io ho fatto sempre in modo di cercare di aumentare, creando alternative nella pay per view, nella pay tv e aumentando i diritti per le televisioni. C'è anche la vendita e l'acquisto dei calciatori. Io - ha ricordato Vittorio Cecchi Gori - sono quello che ha comprato Batistuta a 4 miliardi e l'ho fatto rivendere alla cifra che sappiamo (70 miliardi n.d.r.). Toldo l'ho portato via al Milan con 8 miliardi, con la benevolenza del Milan perché a quei tempi c'erano buoni rapporti.

Abbiamo preso Rui Costa a circa 10 miliardi. Questo è ciò che può fare una squadra come la Fiorentina che ha un bacino d'utenza al massimo di 100 mila spettatori in tutta la Toscana, rispetto a squadre che ne hanno due milioni come la Roma".
Per Cecchi Gori "non è questione di essere un Paperon dei Paperoni: nessuno può far sì che la Fiorentina resista soltanto perché si perdano tanti soldi l'anno. Ci vuole un bilancio sano, fatto bene e poi l'abilità di tenere una squadra competitiva che sia possibilmente nelle prime sei e vinca la Coppa Italia, come la Fiorentina più meno negli ultimi anni ha fatto, e che partecipi alle Coppe internazionali".Quanto al fatto che anche altre società calcistiche non siano in questo momento in buona salute, Cecchi Gori ha detto di "augurare bene a tutti nel calcio.

Probabilmente - ha aggiunto - molti stanno peggio di me. Ma sarà che io sono troppo tifoso e vorrei sempre la Fiorentina al numero uno, ma devo tener presente anche i bilanci". "E' bene che i conti dell'assemblea siano controllati ufficialmente in maniera che chiunque racconta fesserie contro la Fiorentina potrà essere sbugiardato. Io - ha detto riferendosi alla situazione della società viola - sono tranquillissimo sulla competitività della Fiorentina e lotterò sempre fino all'ultimo per la Fiorentina e per Firenze perché sono il primo tifoso e sono nato lì".
Nel corso dell'intervista Cecchi Gori ha toccato anche alcuni temi legati alla sua vita personale e professionale, coma la separazione dalla moglie Rita Rusic e la vendita di Tmc.

"La vita è un film, levando i tempi inutili e va presa in questo senso. Qualche sbaglio lo facciamo tutti. Ma certo - ha detto riferendosi ai rapporti con la sua ex moglie - non pensavo di andare come prima notizia sulle televisioni di maggior ascolto per una serratura di una causa a Sabaudia. Per il resto devo solo pensare ai miei figli e non potrò mai parlare male di una persona che è la madre dei miei figli", ha aggiunto Cecchi Gori che, ad una battuta di Mentana, ha definito Valeria Marini "una bravissima ragazza". Circa la vicenda delle televisioni "ho cercato in buona fede di creare pluralismo.

Io sono sempre stato democratico non ho mai parlato con le redazioni per dare una notizia. Mi dispiace che siano stati licenziati dei giornalisti che hanno sofferto le vicende di Tmc. Forse andavano rispettati", ha detto Cecchi Gori affermando che "le Tv al 75% non mi sono state pagate". Le riprenderebbe? "Le riprenderei, ma ritengo che le Tv oggi non possano essere in mano ad un potere assoluto e neanche ad un singolo che è piuttosto debole. Il primo finisce per usarle in maniera non giusta e il secondo finisce in mano a tutti.

Penso che il futuro delle Tv sarebbe bene fosse più frammentato. Mediaset ad esempio è andata in borsa e quindi le sue reti sono anche degli italiani", ha detto il produttore cinematografico, dicendosi dispiaciuto per il fatto che "alcuni discorsi un po' assolutistici vengano proprio da quella parte che non mi aspetterei e vengano invece discorsi un po' più democratici dalla parte che forse in altri tempi io stesso ritenevo un po' più assoluta".

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