Carla Fracci al Teatro Romano di Fiesole lunedì prossimo al Florence Dance Festival

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2001 22:36
Carla Fracci al Teatro Romano di Fiesole lunedì prossimo al Florence Dance Festival

Senz’altro un momento storico e di gran privilegio per la danza a Firenze. Insieme ai Primi Ballerini del Teatro dell’Opera di Roma e accanto all’etoile Alessandro Molin, Carla Fracci presenterà due lavori già rappresentati con enorme successo durante la scorsa stagione invernale. Arie di Corte e Pavane è un’affascinante viaggio musicale nelle atmosfere del Rinascimento, attraverso l’interpretazione di musiche di Respighi, Faurè e Ravel e con la coreografia di Luc Bouy, coreografo di fama internazionale.

Souvenir di Isadora Duncan, sposa i testi di Alberto Savinio con la lettura poetica di Sergio Nicolai e il pianoforte del Maestro Sodini, alle musiche di Beethoven Grieg e Schubert, nel narrare alcuni momenti della pioniera della danza moderna. Isadora Duncan, donna di grande personalità e fascino, intendeva la danza come espressione di libertà vitale: creando la danza libera, ha segnato artisticamente la sua epoca storica in modo talmente incisivo da essere tutt’ora riconosciuta come una delle più grandi eroine dell’arte tersicorea.

Le coreografie sono a cura di Millicent Hodson e Kenneth Archer, l’allestimento a cura di Elena Puliti con la regia dell’intramontabile Beppe Menegatti.
Mercoledì 4 luglio (ore 21,30) The Musical.
“Se non potessero comunicare appassirebbero”. Questo ha scritto il giornalista belga Jan Delvaux dell’insolito International Performing Arts Group di Loppiano (FI). Dalla fine degli anni ’60 il Gen Rosso calca i palcoscenici di tutto il mondo per ribattere su questo chiodo fisso: la musica, la danza e il teatro non sono mai fini a se stessi, ma strumenti di un lungo e appassionato dialogo con il pubblico.
Una carriera che conta 1.500 spettacoli, 150 tour in 41 nazioni, manifestazioni giovanili, grandi eventi internazionali, milioni di spettatori.

Da una chitarra ed una batteria rossa suonate per portare un messaggio di pace e solidarietà ai giovani coinvolti nelle contestazioni sessantottine ad audience quali: Arena (Verona), Forum (Assago), Palaverde (Treviso), Petruzzelli (Bari), Comunale (Firenze), Palaeur (Roma), Konzerthaus (Vienna), Olympiastadium (Innsbruck), I.C.C. (Berlino), Olympiastadium (Monaco di Baviera), Philarmonic Hall (Liverpool), Royal Albert Hall (London), Forest National (Bruxelles), Salle Pleyel (Paris), Palazzo dei Congressi (Madrid), Cascais (Lisbona), P.I.C.C.

(Manila), Fumon Hall (Tokyo), Maracanazinho (Rio de Janeiro), Ibirapuera (San Paolo), Estadio Obras (Buenos Aires), Palacio de Bellas Artes (Mexico City), Sportcsarnok (Budapest). E ancora: Albania, Bosnia, Canada, Cechia, Cile, Città del Vaticano, Corea, Croazia, Hong Kong, Irlanda, Libano, Lussemburgo, Macao, Malta, Montecarlo, Olanda, Panama, Paraguay, S. Marino, Scozia, Slovacchia, Slovenia, Svizzera, Ucraina, Uruguay, USA. Attualmente il Gen Rosso è composto da 23 elementi provenienti da 10 nazioni diverse che lavorano insieme a tutte le produzioni del gruppo.

Rinnovando l’esperienza di sempre, con maggior vigore di prima.
Dopo il tour in Spagna e Portogallo (13 date, 30.000 spettatori) il Gen Rosso torna in Italia il 4 luglio al Florence Dance Festival di Fiesole con il suo attuale musical “STREETLIGHT”. Basato su un’esperienza realmente vissuta, racconta di Charles e Jordan, due amici che vivono nella Fossa (the Hole), uno dei ghetti di Chicago. Jordan fa parte della banda del suo quartiere “La Gang” ed è innamorato di Lisa, sorella di Trey, il capo.

Antagonista della Gang è la banda dei “Devil G” che, durante un’incursione improvvisa seguita da una sparatoria, colpiscono a morte Lisa. Ciò scatena la vendetta di Trey e dei suoi, ma in questa vicenda Charles, con la sua scelta della non-violenza, segnerà il suo destino. Assieme ad altri amici, infatti, Charles sta preparando uno spettacolo di beneficenza a favore di un ospedale della città. Il suo sogno non è la vendetta, ma è vivere una vita che vale la pena di essere vissuta. Non come un eroe solitario, ma con tutti quelli che, come lui e i suoi, credono in questa novità: costruire un mondo unito.

Sull’esempio di Charles, Jordan arriverà alla stessa scelta, scoprendo orizzonti impensati.

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