Cantiere “show” per il restauro delle statue di Palazzo Medici Riccardi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2001 13:49
Cantiere “show” per il restauro delle statue di Palazzo Medici Riccardi

1 giugno 2001 – Tornano a nuova vita in Palazzo Medici Riccardi 22 sculture di età classica, non più visibili da quasi trent’anni. Sono imperatori e poeti, atleti e filosofi, riuniti nel ‘600 dall’amore per il collezionismo della famiglia Riccardi, forse un po’ offuscati nei secoli dall’eccesso di tesori contenuto nel palazzo, feriti dall’alluvione del 1966 ed ora finalmente avviati ad una giusta rivalutazione.
Il ritorno sarà graduale e rappresenterà una rivincita sugli anni della “segregazione”.

Le 22 opere non saranno infatti recuperate nel chiuso di un laboratorio ma sotto gli occhi delle migliaia di visitatori, ventimila solo nello scorso aprile, che affollano Palazzo Medici Riccardi, all’interno del quale è stata allestita una struttura/vetrina che ospiterà per alcuni mesi le statue insieme ai restauratori.
Il cantiere dei marmi riccardiani è stato presentato oggi alla stampa dall’assessore alla cultura della Provincia di Firenze – ente proprietario del Palazzo e delle opere – Elisabetta Del Lungo, dalla Direttrice dell’Opificio delle Pietre Dure, Cristina Acidini Luchinat, e dal curatore scientifico dell’iniziativa, Vincenzo Saladino.

IL RESTAURO
Il restauro è finanziato dalla Provincia ed è affidato alla ditta specializzata “P.T.

Color” di Firenze, che ha curato i principali restauri artistico-architettonici degli ultimi anni in Palazzo Medici Riccardi. Sarà concluso entro il mese di settembre. Due restauratori lavoreranno all’interno di una struttura di vetro e acciaio, realizzata su progetto dell’architetto Vittorio Maschietto nel cortile cosiddetto “dei Muli”, per riportare i marmi all’antico splendore. Le statue, che hanno subito anche in passato interventi di restauro, devono essere spolverate, ripulite, consolidate.

Si tratta di asportare sudicio e patine improprie, cancellare macchie, sostituire i perni metallici arrugginiti, rimuovere e ricostruire le stuccature, curare le lesioni. Saranno impiegati solo acqua deionizzata e, quando necessario, solventi non aggressivi. Alla fine del lavoro i marmi saranno protetti con una cera microcristallina.

LE OPERE
Fra le 22 opere della collezione riccardiana in restauro vi sono prima di tutto alcuni busti di epoca romana derivati o ispirati da opere greche.

Fra i soggetti sono riconoscibili divinità, poeti, drammaturghi, filosofi, governanti e atleti dell’età classica.
Un secondo gruppo di marmi comprende due rilievi di età imperiale, appartenuti un tempo a Lorenzo il Magnifico, e ritratti di personaggi romani della tarda età repubblicana e della prima, della media e della tarda età imperiale.
Fra essi i pezzi più importanti della collezione: l’Asclepio, il Busto di Sabina e, per la sua rarità, anche il Carneade.
Ma la scultura più interessante è l’Atleta Riccardi, copia di elevata qualità di età adrianea (120-130 d.C.) di un busto di giovane.

L’opera riproduce un originale perduto di eccelso valore, databile intorno al 450 a.C., con ogni probabilità un lavoro del sommo scultore greco Mirone.
Gli altri marmi della collezione riccardiana non inclusi in questa tornata di restauri sono visibili nel cortile di Michelozzo di Palazzo Medici Riccardi e nella Limonaia.

UNA TAPPA DELLA VALORIZZAZIONE DI PALAZZO MEDICI RICCARDI
Il restauro si inquadra nel processo di promozione e valorizzazione di Palazzo Medici Riccardi avviato dalla Provincia nella scorsa primavera, che ha prodotto il raddoppio dei visitatori, saliti nel 2000 a 130.000.

E’ stato realizzato un nuovo percorso museale, con un razionale ingresso da via Cavour n.3, destinato ad ampliarsi con la progressiva apertura al pubblico delle sale storiche dei piani nobili. Sono stati restaurati ed esposti i modelli che ricostruiscono, in una mostra tuttora in corso, i luoghi teatrali della Firenze dei Medici. E’ infine partito proprio in questi giorni il restauro della Madonna col bambino di Filippo Lippi.

DOPO IL RESTAURO: UNA MOSTRA E LA RICOLLOCAZIONE IN UNA SEDE PERMANENTE
Dopo il restauro la collezione dei marmi riccardiani sarà presentata al pubblico nelle sale espositive di Palazzo Medici Riccardi in una mostra.

L’iniziativa si chiamerà “I volti di marmo” e dopo Firenze partirà per un tour europeo con tappe in Spagna e in Inghilterra.
Al rientro in Italia i marmi verranno esposti in modo permanente in alcuni locali sotterranei di Palazzo Medici Riccardi, per quell’epoca ristrutturati ed inseriti nel percorso museale del palazzo.

STORIA DI UNA COLLEZIONE
La collezione delle sculture e iscrizioni antiche possedute dalla famiglia Riccardi fu iniziata da Riccardo Riccardi (1558–1612), notevole figura di banchiere, allievo di Pietro Vettori all’Università di Pisa, dove aveva studiato greco e latino e acquisito interessi umanistici non superficiali.

Lo sviluppo di questi interessi era del resto collegato al desiderio di adeguare lo stile di vita della famiglia ai comportamenti e alle scelte culturali degli esponenti più in vista dell’aristocrazia fiorentina, come richiedeva la rapida ascesa sociale dei Riccardi, favorita da una posizione economica sempre più solida e da un’accorta politica matrimoniale, che trovarono un suggello nel riconoscimento della nobiltà della casata nel 1601, cui seguì nel 1629 la concessione del titolo di marchesi di Chianni.
Le anticaglie raccolte da Riccardo Riccardi erano, al tempo, esposte nel palazzetto e nei giardini Gualfonda (in via Valfonda), poi, dopo l’acquisto nel 1659 da parte della famiglia del Palazzo Medici di via Larga e i restauri e gli ampliamenti, vennero collocate in alcune parti del palazzo: la “sala de’ bassirilievi” (anticamera del salone affrescato da Luca Giordano), il “cortile grande” e in generale quasi tutto il piano terreno, giardino compreso.

Le antiche iscrizioni romane trovarono sede nelle cornici sotto il portico del cortile di Michelozzo. Un inventario del 1715 ricorda i marmi scolpiti, soprattutto teste e busti, al piano terreno.
Nella seconda metà del Settecento iniziò il declino del collezionismo dei Riccardi; il suddecano Gabriello continuò ancora ad accrescere le collezioni, ma il mantenimento di uno stile di vita adeguato al rango assorbiva gran parte delle risorse economiche ed iniziarono le prime alienazioni di opere d’arte.

La fine del secolo vide l’inarrestabile tracollo economico dei Riccardi: vennero affittati i palazzi di Gualfonda e di via Larga; fu affidata allo scultore Francesco Carradori la stima delle sculture da alienare; nel 1811 le collezioni vennero messe all’asta e parte di esse lasciò l’Italia; tre anni dopo lo stesso Palazzo di via Larga fu aggiudicato al demanio granducale a compensazione degli ingenti debiti fiscali che i Riccardi avevano contratto con quella amministrazione. Però, a parte poche cessioni ed il trasferimento di alcuni pezzi agli Uffizi ed il consistente trasporto (65 pezzi) nel Corridoio vasariano, gran parte dei marmi rimase nel Palazzo.
Dal 1871 Palazzo Medici Riccardi, con quello che restava delle collezioni marmoree antiche, divenne proprietà della Provincia di Firenze.

Dopo il necessario restauro dovuto alla tragica alluvione del 4 novembre 1966, alcuni marmi vennero esposti nel 1973 e altri busti furono ricollocati sulle mensole del cortile e della Galleria del piano terreno.

In evidenza