Il Centro di resistenza in difesa della bistecca fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 gennaio 2001 22:02
Il Centro di resistenza in difesa della bistecca fiorentina

Nascera' a Lastra a Signa. L'iniziativa e' nata da un'idea del Comune di Lastra a Signa, della Publimacelli e di Confcommercio e Confesercenti. ''Resistenza'' perche', secondo una nota del Comune, si tratta di una provocazione, anche se effettivamente nel corso degli ultimi giorni i macellai si sono detti pronti a forme di protesta e a sfidare cosi' l'eventuale divieto.
"Nella situazione attuale, cio' che conterebbe, sarebbe decidere, rimandando il meno possibile. Il cumulo di avvenimenti quotidiani, con sequestri di mangimi sospetti sempre piu' frequenti, con indicazioni sulla precarieta' di tutto il sistema, se non ha dei punti fermi, nei consumatori provoca solo incertezza e sfiducia nelle istituzioni -cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- Abbiamo l'impressione che si stia ripetendo quello che e' successo durante la prima meta' degli anni '90 in Gran Bretagna, e nella seconda meta' nel resto dell'Europa comunitaria: mancanza di informazione.

Sembra buffo, vista la quantita' che tutti i media dedicano alla questione, ma le quantita' in ordine sparso possono provocare l'effetto contrario. Gli interessi economici in gioco sono notevoli, ma sulla salute dei consumatori non ci sono prezzi troppo elevati che debbano bloccare alcunche'. Questo lo ripetiamo proprio ai nostri amministratori che, come il sottosegretario alla Sanita' Ombretta Fumagalli Carulli, ancora oggi ci dicono che è preferibile prendere una decisione insieme agli altri Paesi europei, anche per una ragione di equilibrio nella concorrenza: una posizione che, tradotta in linguaggio comprensibile, vuol dire che gli interessi economici del finto mercato europeo sono prioritari a qualunque problema di salute.

Noi dell'Ue ci fidiamo poco, perche' e' proprio grazie all'Ue che, a suo tempo, nonostante le reiterate richieste anche con petizioni, non sono stati messi gli argini per il passaggio delle carni presunte infette. Non solo, ma e' anche grazie al meccanismo decisionale della Comunita' (voto unanime dei rappresentanti di Stati nazionali per ogni decisione, inclusa quella che ha rimandato nel tempo l'attuazione dei provvedimenti decisi dalla Commissione per la prevenzione del Bse) che oggi siamo in questa situazione.

Ci domandiamo se si possa far governare l'emergenza a chi, per decidere, ha bisogno di votazioni all'unanimita' di portatori di interessi spesso contrapposti. Per questo ci fidiamo poco anche dei nostri amministratori, succubi dell'eurocrazia di Bruxelles. Non chiediamo divieti, ma solo informazione sui possibili o certi pericoli: incluso quello della bistecca con l'osso su cui lobbie economiche e di buongustai si stanno muovendo in modo improprio: piuttosto che anatemi e atti di fiducia cieca, a tutti (consumatori, allevatori, macellai, commercianti e ristoratori) servirebbero solo attestati e informazioni sui possibili ed eventuali pericoli.

Niente di meglio che rinnovare il nostro invito dall'astenersi dal consumo di carni rosse, oppure di farlo con coscienza del pericolo .... cosi' come quando si sale in un'automobile. Purtroppo non ci siamo abituati, perche' mangiare la bistecca non e' considerato un pericolo, mentre lo e' salire in un'automobile, ma dobbiamo farlo: occorre cambiare approccio (anche culturale) al consumo dei cibi; e nel dubbio di informazione poco credibile, astenersi e' la migliore soluzione, anche dal presunto "biologico", su cui le certezze e le informazioni sono ancora minori (stiamo parlando di aspetti sanitari, non certo gustativi)".

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