Secondo caso di Mucca pazza e speculazione sui prezzi delle cosidette "carni alternative

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2001 00:04
Secondo caso di Mucca pazza e speculazione sui prezzi delle cosidette

A quasi un mese dall'inizio dei controlli, viene scoperto il secondo caso di mucca pazza.
L’emergenza mucca pazza si è abbattuta come un terremoto sulle abitudini alimentari degli italiani. Nei supermercati di Unicoop Firenze in queste ultime settimane il settore carni ha visto una contrazione globale delle vendite dell’ordine del 10%. In particolare le carni di vitellone hanno subito una flessione di circa il 30%, mentre il settore delle carni bianche (pollo, coniglio, tacchino) ha fatto registrare forti incrementi.

Sono cresciuti in misura esponenziale anche i consumi di suino (+40% delle vendite) e quelli di pesce (+20%), accanto a quelli “di nicchia” come le carni di cavallo, ad esempio, che pur nelle loro quantità limitate hanno visto un raddoppio delle vendite.
Ma Il cambiamento del menù degli italiani non si ferma qui; sono in molti a dirottare la propria dieta in senso più vegetariano. La ricerca di alimenti alternativi ha fatto impennare infatti anche i consumi del settore ortofrutta, quello dei latticini e dei salumi.

Anche in questi ultimi due comparti, in particolare, si sta verificando un movimento dei prezzi in ascesa.
Intanto alcuni produttori di carni avicole, approfittando dell’emergenza mucca pazza, chiedono aumenti che oscillano fra il 10% e il 15%, ma il ministro della Sanita', Umberto Veronesi afferma che non c'e' nessuna psicosi mucca pazza.
"E' invece una sanissima reazione difensiva -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- di fronte alla incapacita' di governo della situazione.

Esempi? Ultimo la bistecca fiorentina, il cui osso continua ad essere al centro del gioco di responsabilita' nazionali e comunitarie. Le parti a rischio, che dovevano essere proibite dal 1 gennaio '98 ma che, grazie a compiacenti coperture, sono state bandite solo ad ottobre del 2000. La mucca 103 che in Italia non doveva esistere, a sentire le dichiarazioni dei ministri e finanche del Capo del Governo. Le farine animali che nelle stalle dei bovini non dovevano esserci fin dal '94 ma che nel '97 circolavano tranquillamente.

E poi un Ministro che accusa la Ue di aver sottaciuto il problema, la quale risponde che sono stati i governi nazionali a non fare il loro dovere. Potremmo continuare ma ci fermiamo qui. Come si puo' affermare che il consumatore e' affetto da psicosi da mucca pazza? Ma pazzi o meglio furbi, non sono coloro che ci governano e che finanziano, il settore delle carni con i soldi del contribuente? Intanto scatta l'allarme sangue e derivati infettati dal prione che sara' il vero problema del futuro.

Qualcuno ci sta pensando o aspettiamo il prossimo scandalo simil-Aids?"

Collegamenti
In evidenza