Mucca pazza: smentite e assicurazioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2001 22:38
Mucca pazza: smentite e assicurazioni

Fin dal 1998 Coop -si afferma in un comunicato- controlla il ciclo produttivo delle carni, dai mangimi fino alla vendita, per garantire al proprio marchio un prodotto di alta qualità.
Allevati e macellati in Italia stanno al pascolo con le madri fino a 6/8 mesi e si nutrono quindi con latte materno, erbe di pascolo e fieni. A 6/8 mesi sono tolti dai pascoli ancora magri, immessi nella stalla, dove vengono alimentati con fieni, mais, farine di cereali con assoluta assenza di farine di carne.

Dall’immissione in stalla Coop inizia la procedura dei controlli previsti dai capitolati sottoscritti dagli allevatori e dai macelli, seguendoli per tutto il processo, fino alla vendita. I controlli nelle stalle vengono effettuati, senza preavviso, quando l'animale é in vita su: alimentazione, si verifica l’assenza di sostanze vietate, muffe, metalli pesanti ecc., urine e sangue degli animali in vita. Alla macellazione, poi, vengono effettuati controlli su urine, sangue, bulbo oculare, pelo, ghiandole, fegato e muscoli, con i quali si ricercano eventuali sostanze non desiderate e proibite dalla legge vigente.

Qualora si riscontrino irregolarità viene bloccata la macellazione, applicate le previste penali ed viene escluso l’allevamento in questione dai fornitori Coop. Inoltre si controllano le cariche batteriche al macello, durante il trasporto e nel punto di vendita.
Oltre ciò i consumatori hanno due altre garanzie: la carne a marchio Coop proviene da vitelloni giovani di età inferiore ai 20 mesi (tipologia mai coinvolta in casi BSE, Bovine Spongiform Encephalopathy encefalopatia spongiforme bovina, e già dal primo settembre scorso nei banchi macelleria si può leggere la carta d'identità degli animali: la provenienza, il luogo di macellazione, di selezionamento e tutte le altre informazioni previste dai regolamenti europei.

Durante l’anno vengono effettuati da Coop in laboratori specializzati migliaia di controlli, di ispezioni e successivamente di analisi di prodotti (solo nel corso del 1999 sono state compiute 120.000 analisi e 1.400 ispezioni).

Il Comune di Fiesole rassicura i genitori degli alunni delle scuole fiesolane sull’utilizzo di carne rossa nelle mense. Secondo quanto previsto dalle norme vigenti e in accordo con la Asl di zona, la carne utilizzata nelle mense è tutta certificata come proveniente da allevamenti italiani e macellata in Italia e soltanto di capi di età inferiore ai trenta mesi.

Nel menu non è prevista carne macinata ma soltanto pezzi non rischiosi e anche la carne utilizzata per il sugo è soltanto di questo tipo.

L'amministrazione comunale di Pontedera in via precauzionale ritiene opportuno sospendere la somministrazione di carni bovine nelle scuole. Le verifiche effettuate nei mesi scorsi avevano certificato l'assenza di carni bovine provenienti da paesi stranieri, europei ed extraeuropei, dalle mense del Comune ma il primo caso italiano modifica la situazione e impone controlli più accurati e specifici.

A partire da ieri, il Comune di Pontedera, in accordo con il dietologo incaricato, ha modificato la composizione del menù delle scuole prevedendo la somministrazione di carni bianche, carni suine, pesce e verdure. La dieta così integrata sarà disponibile in tutte le scuole e i genitori potranno prenderne visione.

"Basta incrociare alcuni dati -risponde l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- in Italia si consumano 1.163.772 tonnellate di carne bovina, delle quali 185.112, pari al 16%, sono di vacca, di animale cioe' di 6-8 anni.

Il dato e' confermato dal fatto che i capi bovini macellati sono 4.490.000, di cui 782.000, il 17%, sopra i 30 mesi. La differenza fra le due percentuali sta a significare che si macellano piu' vacche rispetto al bue (castrato di 4,5 anni) e al manzo (3-4 anni). Non e' vero quindi che il consumo di carne di animali vecchi e' limitata, perche' complessivamente riguarda il 17% degli acquisti. La percentuale, per analogia, puo' essere trasferita al consumo di parti a rischio dell'animale. La carne ed altri parti della vacca vengono usati prevalentemente nell'industria della trasformazione: hamburger, salsicce, würstel, insaccati vari, ecc.

L'uso delle farine animali per i bovini e stato proibito dal '94, i prodotti a rischio sono stati vietati dall'ottobre scorso e i test diffusi sono stati avviati da gennaio, ma il morbo e' stato scoperto nel 1986. Salvo verifiche sull'effettiva capacita' di controllo degli organismi a cio' predisposti, possiamo affermare che almeno dal 1986 al 1994 sono stati mangiati prodotti infetti. Il calcolo e' ovviamente per difetto, perche' una mucca, nata nel '93, puo' essere stata, legittimamente, alimentata con farine animali, ora proibite, abbattuta e consumata nel '99.

L'incubazione da Bse ha tempi variabili, fino a 30 anni.
Grazie ad interessi economici ben protetti dai nostri governanti, mucca pazza e' tra noi. Noi proseguiamo con l'appello: non mangiate carne bovina!"

Collegamenti
In evidenza