Pieri e Toccafondi: «Una banca dati antifurto per i telefoni cellulari»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 gennaio 2001 09:29
Pieri e Toccafondi: «Una banca dati antifurto per i telefoni cellulari»

Una banca dati antifurto per i telefoni cellulari. L’hanno chiesta il consigliere di Forza Italia Massimo Pieri ed il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi. «Ogni giorno - hanno spiegato i due consiglieri - centinaia di Nokia, Ericsson e Motorola cambiano padrone. Poi basta infilare una sim-card nell’apparecchio per cominciare a chiamare con il nuovo cellulare, pagato al mercato nero un terzo o addirittura un quarto del suo valore». «Secondo il codice penale - hanno aggiunto Pieri e Toccafondi - questa operazione si chiama ricettazione, sanzionata con una lunga reclusione.

Ma se, fino ad oggi, i rischi di venire scoperti erano proprio pochi, con la nostra proposta l’eventualità di finire in manette dovrebbe crescere. La vera arma contro i furti dei telefoni cellulari è la rapida creazione di una banca dati per controllare la situazione di ogni telefonino, come accade con le auto: una chiamata della polizia e dei carabinieri in centrale operativa, la lettura della “targa” del telefono, l’immediata verifica in tempo reale». Secondo i due consiglieri «le forze dell’ordine sono già in grado di richiedere controlli e verifiche ma la lentezza di questi accertamenti li priva di ogni utilità pratica.

La condizione di questa iniziativa sarà la comunicazione della “targa” del telefono cellulare, il cosiddetto codice “Imei”, contestualmente alla denuncia di furto». «Il codice “Imei” - hanno concluso Pieri e Toccafondi - si trova nel vano interno dell’apparecchio, proprio sotto la batteria: è la serie di quindici cifre posta accanto al codice a barre. Questa procedura, cioè la preventiva identificazione dell’apparecchio chiamante attraverso la ricezione dell’Imei consentirà al “registro delle identità dei telefoni cellulari” di identificare tutte le chiamate provenienti da un telefono rubato.

E sarà proprio questo registro, una volta in rete, a fornire alle forze dell’ordine qualsiasi chiarimento sulla regolarità di ogni telefonino».

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