Il Meeting sui diritti umani organizzato dalla Regione Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 dicembre 2000 18:52
Il Meeting sui diritti umani organizzato dalla Regione Toscana

“ Non saro’ a Firenze per fare il relatore, quanto piuttosto per ascoltare la voce dell’altra parte del mondo, che e’ cio’ che conta”. Non usa mezze parole Beppe Grillo, comico e critico spietato dei vizi della nostra societa’, per spiegare i motivi della sua partecipazione al Meeting sui diritti umani organizzato dalla Regione Toscana. “Al Palasport – dice Grillo- arriveranno ospiti straordinari come Muhammad Yunus. Sentendo loro capisci che sul debito si basa tutta l’economia del mondo occidentale.

Assistiamo ad un capitalismo straordinario, sovvenzionato e senza rischi, quindi un capitalismo di sinistra. Credo che oggi gli uomini piu’ di sinistra siano Berlusconi e Agnelli, visto che hanno eliminato il rischio, che stava alla base del capitalismo. Dividere i rischi e socializzare i costi tenendosi gli utili e’ il segreto del loro successo”. Grillo sara’ a Firenze per capire “cosa significa la parola capitalismo per l’altra parte del mondo”. E’ convinto che nel medio termine non arriveremo alla soluzione del problema del debito, ma a lungo termine chi comanda l’economia mondiale dovra’ tenere conto di migliaia di persone che si riuniscono a parlarne.

“Da Seattle a Nizza –dice il comico genovese- la gente comincia a far sentire la propria voce. Non si puo’ far conto che migliaia di persone non ci siano. E’ giusto far sentire la propria voce, ciascuno con i propri mezzi”. Secondo Grillo “gli studenti sono ormai depistati. La scuola e’ diventata un disastro. Loro non sanno neanche leggere e scrivere, sanno soltanto ascoltare con le cuffie e guardare. Siamo all’analfabetismo galoppante. Inoltre sono gia’ vecchi, vivono da vecchi”.

Nonostante cio’ ha precisato che se gli chiederanno di dire qualcosa non fara’ discorsi di alcun genere, ma “chiedero’ loro se hanno domande da fare”.
le dichiarazioni di alcuni degli ospiti dell’iniziativa. Rigoberta Menchu’ (premio Nobel per la pace): “La assenza di pace e la presenza dei piu’ diversi conflitti e’ una conseguenza della ingiustizia che ha caratterizzato le relazioni tra i Paesi a livello internazionale, tra popoli e culture e tra elite dominanti e maggioranze condannate alla miseria e all’indigenza a livello nazionale.
La prevenzione dei conflitti e’ profondamente vincolata con la giustizia sociale, l’eguagliazna, la democrazia partecipativa, la cooperazione e la solidarieta’.

Prevenire i conflitti implica eguaglianza di diritti e di opportunita’ per tutti e rispetto assoluto per i diritti umani. Significa costruire un nuovo tipo di relazioni interculturali, cosa che a sua volta implica il riconoscimento dei diritti economici, politici, sociali e culturali di tutti i popoli e le culture della terra.
Per tutta la mia vita ho lottato per il diritto fondamentale alla vita che possiede ogni essere umano. In questo senso, e in qualita’ di Premio Nobel per la Pace, mi adopero perche’ la pena di morte sia abolita e in molti casi sono intervenuta personalmente perché questa fosse commutata, particolarmente in casi di fratelli messicani condannati a questa pena negli Stati Uniti.

Sono convinta che la pena di morte non risolve i profondi problemi che travagliano le nostre societa’, che non risolve il problema della delinquenza e del crimine organizzato e dell’insicurezza cittadina che, in Paesi come il Guatemala, e’ un problema cronico che bisogna affrontare in maniera integrale, risolvendo i problemi che lo generano”.
Luca Jahier (segretario del Comitato CEI per il debito): “Il Comitato ecclesiale italiano per la riduzione del debito estero nei paesi piu’ poveri saluta con molto favore l’iniziativa della Regione Toscana che si aggiunge alle molte che sono fiorite in Italia nel corso dell’anno.

L’iniziativa della Toscana acquisisce un significato particolare perché adesso che la legge esiste occorre fare in modo che non rimanga inapplicata. Questo tema sta particolarmente a cuore alla Chiesa italiana nell’anno giubilare e perché la cancellazione del debito sia accompagnata al sostegno allo sviluppo. E’ necessario mettere a disposizione queste risorse per la lotta alla poverta’ e dare un ulteriore contributo perché questo debito non si ricrei. Se queste risorse non fossero dedicate allo sviluppo dei Paesi piu’ poveri, cio’ rappresenterebbe una colossale presa in giro.

L’Italia, insieme alla Gran Bretagna, e’ il primo Paese che ha una legge votata pressoche’ all’unanimita’. Si tratta di una legge ottima ma per ora pessimamente applicata. Adesso e’ giunto il momento di adottare le prime decisioni concrete per la cancellazione del debito e per la sua conversione in investimenti per lo sviluppo”.
Luca De Fraia (Jubilee 2000, Sdebitarsi): “Riduzione della poverta’ e riduzione del debito sono due elementi che non possiamo separare.

Il primo passo per dare concretezza all’obiettivo dello sviluppo non puo’ che essere la cancellazione del debito: un atto di giustizia ed equita’ che puo’ consentire ai paesi indebitati di contribuire, con le risorse che producono, al benessere delle popolazione anziché alle economie dei paesi piu’ ricchi, attraverso il ripagamento del debito.
Oggi questo obiettivo e’ piu’ vicino e l’impegno della Regione Toscana e del Comune di Firenze puo’ dare il contributo decisivo.

L’Italia ha un ruolo di grande importanza da svolgere, avendo assunto la guida del gruppo dei G8 per il 2001: e’ il momento di lanciare un’iniziativa che metta la parola fine alla crisi del debito che colpisce i paesi in via di sviluppo”.
Mohamed Abdelaziz (Presidente Repubblica araba saharawi democratica): “Desidero ringraziare il presidente della Regione Toscana per avermi invitato in Italia a partecipare alla Conferenza Nazionaled i solidarieta’ con il popolo saharawi perché essa e’ per noi una importante opportunita’ di far crescere la sensibilita’ dell’opinione pubblica internazionale sulla nostra causa di liberta’.

La nostra condizione, ormai venticinquennale, di esilio e’ dovuta all’invasione della nostra patria –il Sahara occidentale, ricco delle sue risorse naturali- da parte dell’esercito del re del Marocco al termine della colonizzazione spagnola. Chiediamo al mondo giustizia consentendo a noi di poter esercitare il diritto, internazionalmente riconosciuto, all’autodeterminazione per i territori ex coloniali. La Conferenza organizzata dalla Regione Toscana e’ un altro passo verso la pace e la liberta’”.
Clovis Santos Araujo (rappresentante dei senza terra del Brasile): “Il governo brasiliano e la stampa hanno sistematicamente diffuso l'idea che il debito estero del Brasile non rappresenta un problema.

Sostengono che, anche se il Brasile deve pagare gli interessi e il servizio del debito, il paese ha sufficienti fondi in cassa per farlo.
Il problema non e’ tanto se abbiamo oppure no i soldi per pagare il debito, ma se sia giusto pagare un debito che e’ irreale. E poi bisogna chiedersi che cosa potremmo fare con quel denaro, se venisse destinato agli investimenti interni. Per esempio durante il periodo del governo FHC (1995-1998) abbiamo inviato all'estero 152 miliardi di dollari in pagamento di interessi, dividendi e come servizio sul debito estero.

Ciononostante, il debito ha continuato ad aumentare e nello stesso periodo e’ passato da 148 a 212 miliardi. Nell'intera storia del debito interno, il Brasile ha gia’ pagato l'equivalente di tre volte quello che ha ricevuto. Dato che oggi e’ molto facile e remunerativo fare soldi all'estero, il 60% del debito estero e’ dovuto alle imprese private. Ma e’ il Brasile a dover pagare. Mentre negli Stati Uniti e in Europa il tasso d'interesse e’ in media del 6% annuo, in Brasile il governo e’ arrivato a pagare anche il 49% all'anno.

Il Brasile e’ il paese che paga il piu’ elevato tasso d'interesse al mondo. E' il paese maggiormente indebitato del terzo mondo. Esiste dunque una via d'uscita? Il Brasile deve recuperare la propria sovranita’ nazionale e deve, di fatto, poter decidere in merito al debito estero e ai capitali stranieri. Deve condurre una verifica di tutti i propri debiti, per sapere chi li ha contratti e se sono gia’ stati pagati. Deve impedire la firma dell'ALCA (Accordo di libero commercio tra le Americhe), che avvantaggia esclusivamente le imprese del nord America.

E' per questo motivo che il governo degli Stati Uniti sta esercitando tanta pressione perché il Brasile firmi l'Accordo. Esso porterebbe al fallimento molte imprese brasiliane che perderebbero mercato a vantaggio delle imprese del nord America. Deve impiegare le risorse che oggi vengono inviate all'estero in programmi sociali, ed in particolare per l'istruzione, la sanita’, l'alloggio e la riforma agraria. John Langmore (Dipartimento delle politiche sociali dell’Onu): “Per giungere ad ulteriori e piu’ grandi cancellazioni del debito e’ essenziale accelerare la riduzione della poverta’ in molti Paesi impoveriti.

E’ evidente che l’accumulo dei costi della transazione dei processi di riduzione del debito corrente sono alti, di ostacolo allo sviluppo e eccessivi. Le condizioni dovrebbero essere sostanzialmente semplificate. Molti Paesi debitori hanno gia’ strategie di riduzione della poverta’. Molti non hanno bisogno che la Banca Mondiale o il Fondo monetario internazionale dicano loro cosa devono fare. Infine, ma molto importante, questi Paesi hanno bisogno di garanzie di aiuti piu’ incondizionati, di piu’ facili accesi ai mercati per le loro esportazioni e di altre nuove fonti di reddito”.
“Non abbiamo organizzato questo Meeting soltanto per denunciare la gravita’ del problema.

Usciremo dal Palasport con tre iniziative concrete”. Questa la sintesi dell’iniziativa della Regione Toscana, che il presidente Claudio Martini ha fatto nel corso della conferenza stampa di presentazione del Meeting sui diritti umani in programma al Palasport di Firenze lunedi’ 11 dicembre. “Prima ho scritto a Governo e Parlamento –spiega Martini- per chiedere garanzie su una rapida applicazione della legge sulla cancellazione del debito. Lunedi’ poi firmero’ una convenzione con Banca Etica (di cui la Regione e’ socia) per attivare una linea di credito in favore delle piccole e piccolissime imprese nell’area dei Balcani.

Infine a Gennaio apriremo un tavolo con Confindustria e Associazioni economiche per l’adesione delle imprese toscane che hanno produzioni all’estero al “Marchio di Responsabilita’ Sociale”. Chiederemo loro di impegnarsi a produrre senza sfruttamento dei lavoratori e senza inquinare l’ambiente. E’ questo il contributo della Toscana alla lotta contro la poverta’ e per uno sviluppo piu’ equilibrato”. Martini ha ringraziato per la loro sensibilita’ le numerosissime scuole toscane che hanno deciso di partecipare al Meeting e hanno quasi triplicato le presenze dello scorso anno.

“Al nostro appello – ha aggiunto Martini- hanno risposto personalita’ di grande rilievo, come il premio Nobel Rigoberta’ Menchu’, Muhammad Yunus, i rappresentanti dell’Onu, della Banca Mondiale, dei Senza terra del Brasile, e di numerose organizzazioni non governative. Voglio ringraziare tutti loro per il contributo dato alla nostra iniziativa. Ringrazio Sting per la sua testimonianza, Beppe Grillo e Antonello Venditti per la loro presenza”.
Il presidente Martini ha sottolineato che grazie ad iniziative come questa la cultura della difesa dei diritti umani in Toscana rafforza le proprie radici.

“La partecipazione di un cosi’ gran numero di giovani –questa la conclusione del presidente- e’ per me un segnale forte di speranza, un investimento sul futuro per costruire una regione sempre piu’ solidale e civile. ”.
Ha preso carta e penna e ha scritto al Presidente del Consiglio e ai due ministri interessati, per chiedere una pronta applicazione della legge che prevede la cancellazione dei crediti vantati dall’Italia nei confronti dei Paesi in via di sviluppo.

Il presidente della Regione, Claudio Martini, ha deciso di approfittare dell’occasione del Meeting sui diritti umani per impegnare Governo, Parlamento e forze politiche ad arrivare presto all’applicazione della legge che l’Italia ha approvato nel luglio scorso, ma che e’ ancora inattuata.
“In questo anno giubilare –scrive il presidente della Toscana- una grande mobilitazione in tutto il mondo ha spinto in direzione della cancellazione del debito dei Paesi poveri. Il 28 luglio scorso il Parlamento ha approvato la legge n.

209 “Misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a piu’ basso reddito e maggiormente indebitati”, che prevede la cancellazione dei debiti per crediti commerciali e di aiuto sino a 12mila miliardi nell’arco di tre anni”.
Martini ricorda come i tempi per l’attuazione della legge, 130 giorni a partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sono scaduti proprio ieri, 8 dicembre. “Volentieri prendo atto –prosegue la lettera- dell’azione efficace svolta dal nostro Paese per giungere alla cancellazione del debito, ma al tempo stesso sono preoccupato per i ritardi nell’applicazione della normativa.

Abbiamo avuto notizia che finalmente sono state avviate le procedure per la realizzazione del decreto attuativo della legge. Mi auguro quindi che nei prossimi giorni il decreto possa arrivare al Consiglio di Stato per poi passare al Parlamento, chiamato ad esprimere un parere entro 40 giorni”.
Martini chiede quindi ad Amato un impegno molto forte perché nessun ulteriore ritardo ostacoli il percorso del decreto, cosicché la legge possa diventare pienamente operativa.
“Conosco la sua sensibilita’ e il suo impegno per arrivare all’approvazione della legge –conclude il presidente della Regione- e per attuare le scelte concrete di governo che fanno dell’Italia uno dei punti di riferimento nel mondo nella lotta per la cancellazione del debito.

Confido quindi nel suo autorevole intervento”. Una missiva di uguale tenore e’ stata inviata anche ai presidenti di Camera e Senato, ai capigruppo parlamentari e a tutti i leader di partito.

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