Ballata per Mimmo Carunchio camorrista al Teatro dei Rozzi di Siena

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 novembre 2000 12:46
Ballata per Mimmo Carunchio camorrista al Teatro dei Rozzi di Siena

«La maggior parte dei delitti, in Occidente, è commessa dai giovani adulti, maschi delle classi subalterne tra i 18 e i 25 anni. Questo è un dato di fatto. Carunchio è uno di loro». Così Giancarlo De Cataldo, magistrato e scrittore, descrive il protagonista del suo primo lavoro teatrale, Acidofenico, ballata per Mimmo Carunchio camorrista, che verrà rappresentato a Siena, al teatro dei Rozzi, il 27 e 28 novembre per il cartellone universitario Parole & Musica. Lo spettacolo, prima tappa di lunga una tournée teatrale in tutta Italia, verrà messo in scena al Teatro dei Rozzi dal gruppo pugliese dei Cantieri Teatrali Koreja, per la regia di Salvatore Tramacere.

È la storia di un malavitoso meridionale che racconta la propria vita al magistrato che lo ha in consegna e che lo riporta, dall’Albania, in Italia. Le musiche dal vivo dei Sud Sound System, più che una colonna sonora, sono un controcanto a suon di rap alle parole di Mimmo Carunchio, al racconto di un’infanzia miserrima accompagnata dal puzzo di acido fenico, della scuola lasciata prima di imparare a leggere e scrivere, di una terribile escalation di reati raccontati senza alcuna remora. «La speranza che la legalità abbia audience tra i giovani è legata a tre condizioni – continua De Cataldo – Occorre recuperare i giovani al senso di responsabilità individuale; occorre che qualcuno spieghi loro come fare a recuperarlo, servono i maestri, insomma; occorre che chi si pone come maestro sia sentito sia sentito e accettato come tale.

In questo senso, un magistrato fa antipatia, un gruppo hip-hop può molto di più». E, parlando dei giovani, proprio i Sud Sound System focalizzano lo sguardo sulle possibilità di studio e di lavoro presenti nel Meridione, senza risparmiare parole dure verso la classe politica. “Dell’abbandono, del degrado e della situazione che c’è oggi nel Meridione do la colpa ai suoi politici, che hanno assassinato la cultura di un popolo per i loro interessi – dice Papa Gianni, il cantante del gruppo – Per cambiare le cose, è necessario far capire ai giovani che c’è la possibilità di fare tanto, senza aspettare il mitico posto di lavoro.

In tanti hanno promesso posti di lavoro, ma gli unici posti erano proprio quelli di chi li prometteva. Il risultato è che abbiamo prodotto una quantità di carabinieri e di poliziotti. Lo sguardo deve potersi spingere più in là, verso quelle opportunità da valorizzare, che stanno proprio sul territorio”.

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