Antenne dei nuovi telefonini: lettera aperta di Toccafondi al Sindaco

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2000 22:12
Antenne dei nuovi telefonini: lettera aperta di Toccafondi al Sindaco

Il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi ha scritto una lettera aperta al Sindaco Leonardo Domenici sulll'installazione delle nuove antenne per l'UMTS.
Questo il testo della lettera:
«Egr. Sindaco,
entro poche settimane lo stato assegnerà definitivamente le famose licenze UMTS che permetteranno ai loro possessori di fornire, oltre ai classici servizi di telefonia, anche innovativi servizi che vanno dalla trasmissione di immagini alla navigazione su internet.
Lo stato ha indetto un'asta tra i concorrenti per stabilire quanto debbano pagare.

Anche se l'asta non è andata per il meglio l'introito sarà pari a circa 27.000 miliardi.
A questo punto bisogna capire cosa comporterà l'utilizzo di questa nuova tecnologia per il cittadino e per il territorio.
Sui vantaggi in molti hanno parlato e sono stati ascoltati, ma sui problemi legati all'installazione delle nuove antenne le varie voci fuori dal coro paiono tuttora lettera morta. La prima cosa che deve essere sottolineata è che per operare con questa tecnologia sarà necessaria una nuova rete di antenne, capillare e sul tutto il territorio nazionale, che andrà ad aggiungersi alle reti già esistenti che operano con sistema TACS, GSM o DCS.


Una nuova rete UMTS consta di circa 8.500 antenne. Siccome le licenze assegnate sono 5 e di conseguenza 5 saranno gli operatori, le nuove antenne installate ex novo in Italia saranno 43.000 entro il 2002.
A Firenze si può calcolare che le nuove antenne saranno non meno di 250 dandone per sufficienti 50 per coprire tutta la città da parte di ogni operatore (saranno 1200 in tutto le antenne a Milano).
Il comune sarà quindi investito dalla richiesta dei 5 gestori per installare centinaia di antenne.


E' necessario quindi che ci si renda conto che c'è bisogno di qualcuno che regoli e controlli che l'impianto di tutte queste nuove antenne sia fatto con un certo criterio che tenga presente innanzi tutto la possibilità di danni alla salute dei cittadini e l'impatto sul territorio in una città come Firenze, ad alto valore storico.
C'è bisogno quindi prima di tutto che l'amministrazione faccia da garante dei cittadini diventando da subito l'interlocutore con cui questi nuovi soggetti economici dovranno confrontarsi.


Il rischio è che queste società, lavorando ognuna per conto proprio nell'installazione delle antenne, creino ulteriori problematiche alla cittadinanza.
Ma c'è di più. Lo Stato impegnerà il 90% degli introiti per diminuire il debito pubblico e il restante 10%, come ha proposto il Ministro delle Comunicazioni, dovrà essere utilizzato in parte per progetti di formazione professionale e per monitorare gli impatti ambientali.
Se i benefici economici andranno esclusivamente allo Stato, tutti gli oneri, le problematiche ambientali e i disagi connessi saranno accollati esclusivamente ai cittadini e ai rispettivi Comuni, soprattutto quelli più piccoli.
E' da notare quindi che se per la città di Firenze tutto questo significa dover gestire ed affrontare tanti problemi, la proposta del Governo non prevede la partecipazione degli enti locali nella gestione delle entrate.


Mentre i "benefici" andranno allo Stato che incasserà almeno 27.000 miliardi per le 5 licenze, i maggiori "costi" dovranno essere assorbiti dai cittadini.
Occorre che i Comuni possano gestire parte del 10%, che su 27.000 miliardi sono pari a 2.700 miliardi.
Se calcoliamo che le nuove antenne installate saranno 43.000 su tutta Italia e che il 10% dell'incasso sarà di 2.700 miliardi, la cifra ipotizzabile per ogni nuova antenna installata sarà di circa 63 milioni.
A Firenze quindi, a fronte di 250 nuove antenne installate, spetterebbero in linea teorica poco più di 15 miliardi.


A questo punto è necessario un appello a Lei signor Sindaco in quanto, da presidente dell'Associazione dei Comuni, credo possa farsi portavoce di una battaglia nazionale affinché i "benefici" siano ripartiti anche tra gli enti locali e in primis tra i Comuni, e che l'Anci stesso si assuma il compito di garante ed interlocutore con i gestori delle licenze con lo scopo di tutelare i comuni più piccoli che hanno minor potere contrattuale con i gestori.
Cordiali saluti
Gabriele Toccafondi»

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