Sgherri (Rifondazione): «Guai a chi tenta di strumentalizzare il referendum sulla ex Longinotti»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2000 23:41
Sgherri (Rifondazione): «Guai a chi tenta di strumentalizzare il referendum sulla ex Longinotti»

«Con questa adesione e impegno respingiamo con forza qualsiasi tentativo di caratterizzare questo referendum come scontro tra centro destra e centro sinistra, il referendum dovrà esprimersi nel merito della scelta e non sull’uso scorretto di strumentali bandiere e finalità». E' quanto hanno dichiarato questa mattina Monica Sgherri, capogruppo di Rifondazione Comunista in Palazzo Vecchio e gli altri promotori della petizione popolare "le questioni relative alla realizzazione di un centro commerciale nell'area ex Longinotti ci preoccupano fortemente", presentando la raccolta di firme per il referendum contro il centro commerciale nell’area Longinotti.
«D’altra parte - ha sottolineatro la Sgherri - rivendichiamo anni di coerenti battaglie contro una visione di città mercantilistica, e dunque contro questo intervento, che hanno caratterizzato l’impegno di associazioni ambientaliste, sindacali, dell’inquilinato, del volontariato e di forze politiche».
«La contrarietà a questo intervento devastante - ha proseguito la capogruppo di Rifondazione - è ben più ampia e radicata come la storia degli anni passati in Firenze dimostra.

In questione non è un ulteriore supermercato ma una grande speculazione».
Secondo la Sgherri e gli altri promotori della petizione popolare «questo intervento, malgrado sia presentato come intervento di riqualificazione urbana, è in effetti un intervento di desertificazione dell’identità urbana e sociale dalle conseguenze devastanti per il quartiere: sulla qualità della vita per i cittadini (ulteriore di traffico veicolare privato stimato il almeno 6.000 macchine giornaliere), sulla rete delle piccole attività commerciali che saranno condannate a sparire definitivamente, sulla positiva esperienza del CPA, uno spazio di aggregazione sociale e culturale che risponde anche al disagio giovanile e, infine, sul modello inesorabile di sfruttamento fondiario intensivo e speculativo che viene affermandosi nella città su tutte le aree dimesse».


«Siamo convinti - ha concluso la Sgherri - che il referendum possa essere l’ultima occasione vera per riaprire il confronto e soprattutto l’unico strumento utile per creare le condizioni di rivedere e annullare questo intervento».

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