Checcucci (AN): «Illegittima la tassa che i fiorentini pagano al "Consorzio di Bonifica delle Colline del Chianti"»

Redazione Nove da Firenze
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19 settembre 2000 14:50
Checcucci (AN): «Illegittima la tassa che i fiorentini pagano al

La tassa che i fiorentini pagano al “Consorzio di Bonifica delle Colline del Chianti” è illegittima. E’ quanto sostiene, in un’interrogazione urgente al Sindaco, la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci.
«Dal 1997 - si legge nel documento - il Consorzio estende il suo ambito di operatività anche sui territori fiorentini che si trovano sulla riva sinistra dell’Arno, oltre ai bacini dell’Ema, della Greve, delle zone del Vingone, Scandicci e Badia a Settimo». «Il Consiglio comunale - prosegue la Checcucci - ha approvato all’unanimità una mozione in cui si chiede espressamente la riforma del sistema di manutenzione idraulica e la trasformazione dei consorzi in strutture diverse, prendendo atto dell’inadeguatezza di tali strutture e della conseguente iniquità del tributo di bonifica che i cittadini sono chiamati, comunque, a pagare».
Secondo la consigliera di AN «tale tributo può essere richiesto solo ove si dimostri il beneficio che l’intervento di “bonifica” garantisce all’immobile e quindi il conseguente aumento di valore dello stesso».


Il problema, ha sottolineato la Checcucci è che, «nonostante il contenuto della mozione, il riconoscimento dell’inadeguatezza di questo consorzio e della necessità di una riorganizzazione delle modalità di intervento in questo delicato settore», «i bollettini con richiesta di pagamento continuano ad essere inviati ed in alcuni di essi figurano irregolarità che presentano tutti i presupposti per contestazioni nelle sedi giudiziarie».
Per questo la Checcucci chiede al Sindaco di sapere «che cosa è stato fatto per concretizzare gli indirizzi contenuti nella mozione e per dare esecuzione alle richieste» e «se non ritenga opportuno, nell’arco di tempo che occorrerà per dare seguito a quanto sopra indicato, sospendere l’esazione del tributo che appare, sempre di più, illegittimo poiché infondato».

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