A Seravezza il pubblico riscopre i pittori premacchiaioli della “scuola di Staggia”.

Tanti visitatori della grande mostra a Palazzo Mediceo di Seravezza aperta fino al 7 settembre 2014.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
15 luglio 2014 12:21
A Seravezza il pubblico riscopre i pittori premacchiaioli della “scuola di Staggia”.

E’ iniziata nel migliore dei modi a Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia (Lu), Patrimonio Mondiale Unesco dell’Umanità, la mostra “Le vie del sole. La scuola di Staggia e il paesaggio in Toscana fra Barbizon e la macchia”, curata da Nadia Marchioni e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e dal Comune di Seravezza e un comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi, uno dei più importanti studiosi di arte italiana dell’Ottocento. Dal giorno della sua apertura, sabato 5 luglio, sono stati già tanti i visitatori di questa mostra che raccoglie per la prima volta oltre sessanta opere di quei pittori che, dal 1853 nelle campagne di Staggia vicino a Siena, abbandonarono un approccio “accademico” al paesaggio, per anticipare una visione più personale e quotidiana della natura che culminerà poi nel movimento dei “macchiaioli”.

Si tratta di un nucleo di opere molto importanti e in parte inedite provenienti da musei e gallerie importanti come la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Pinacoteca di Brera, il Museo Stibbert, il Museo di Capodimonte di Napoli, il Museo Civico di Pistoia. “Un’esposizione di alto profilo scientifico con la suggestione di un “viaggio pittorico” inedito e coinvolgente”, ha commentato Carlo Sisi. Questo gruppo di artisti, definiti informalmente nel 1873 da Telemaco Signorini come “Scuola di Staggia” e che secondo i ricordi dello stesso artista tentarono “Le vie del sole”, si era riunito intorno ai pittori di origine ungherese Carlo Markò junior e a suo fratello Andrea, figli di quel Carlo Markò senior che nel suo atelier fiorentino dagli anni Quaranta, aprì una propria scuola di paesaggio.

Insieme a loro artisti come Emilio Donnini e Serafino De Tivoli e poi Carlo Ademollo, Lorenzo Gelati, Alessandro La Volpe, Curio Nuti e Michele Rapisardi. Una produzione fino adesso poco conosciuta ma che rappresenta un momento cruciale nel rinnovamento della pittura del paesaggio in Toscana e che prese ispirazione dei pittori francesi della scuola di Barbizon che, dalla fine degli anni Venti dell’Ottocento, nei pressi di Parigi riuscirono, ritraendola dal vero, a rivoluzionare la pittura di paesaggio.

Nella mostra sono esposti proprio per la prima volta al pubblico sei straordinari dipinti, messi a disposizione da un prestatore privato, dei protagonisti di questa “scuola”, fra cui Charles-Françios Daubigny, Narcisse-Virgile Diaz de la Peña, Jules Dupré, Constant Troyon. Il cuore del percorso espositivo è però costituito dalle opere della “scuola di Staggia” dove si coglie in pieno la nascita di una nuova sensibilità: il paesaggio non è più l’ideale natura composta in studio secondo codificate leggi accademiche, né la ricerca di sublimi effetti romantici; l’emozione dell’artista di fronte alla natura si raccoglie in abbreviate visioni di ruderi o cascinali nella campagna, sul greto di un torrente, presso un abbeveratoio o una strada polverosa che scompare nel fitto del bosco. Dipinti dove la realtà viva e pulsante è evocata con inedita libertà.

Opere come quelle di Markò, Altamura, De Tivoli, Gelati, Donnini, La Volpe e Nuti tra cui una vera e propria riscoperta: “Il castello di Staggia” di Alessandro La Volpe restaurato per l’occasione, ma anche altri dipinti che permettono di seguire la geografia del paesaggio toscano, stagione dopo stagione, secondo gli spostamenti di questi artisti. La campagna senese, alla Valle del Serchio e alle maestose Alpi Apuane, ai cui piedi Seravezza, sovrastata dalle cave di marmo e dall’arco naturale del Monte Forato, fu tappa prediletta, in diversi momenti, di De Tivoli, Gelati, Donnini e dei Markò, che strinsero con Seravezza un vincolo speciale.

Per rilevare quest’aspetto, nella prima sala del Palazzo Mediceo, è possibile vedere per la prima volta l’enorme tela realizzata da Andrea Markò come fondale scenico del locale teatro che rappresenta la Disfida di Barletta.

 La mostra ha il patrocinio di MIBAC, Regione Toscana e Provincia di Lucca – Fondazione Il Castello di Staggia. Sponsor sostenitori: Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Banca della Versilia, Lunigiana e Garfagnana, Barsi Marmi sas, Henraux spa, Pirani Gruop, Ipersoap e Nutarelli srl. Catalogo della Pacini Editore Spa, a cura di Nadia Marchioni. Sarà aperta dal 5 luglio al 7 settembre 2014 nel Palazzo Mediceo, Viale L. Amadei, 230 Seravezza (Lu), dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ventiquattro; sabato e domenica 10.30 /12.30 e 17/24. Biglietto d'ingresso: intero euro 6,00 ridotto euro 4,00. Informazioni: Fondazione Terre Medicee, ufficio mostre: tel. 0584.757443, sito web: www.terremedicee.it - bookshop@terremedicee.it

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