​A Firenze detenuti diventano vivaisti: piante destinate alla vendita

Accordo tra Vivaio Vannucci di Pistoia e cooperativa sociale Ulisse: alcuni ospiti di Sollicciano cureranno le piante destinate alla vendita

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2014 16:06
​A Firenze detenuti diventano vivaisti: piante destinate alla vendita

Anche dentro un carcere può nascere un giardino. A dimostrarlo saranno alcuni detenuti di Sollicciano che presto cureranno le piante destinate a essere messe sul mercato da uno dei vivai più importanti d'Europa, il Vivaio Vannucci di Pistoia.

Il progetto è della cooperativa sociale Ulisse e il suo obbiettivo è dare un'occasione di re-inserimento lavorativo ai detenuti del penitenziario fiorentino. Il Vivaio Vannucci fornirà ad Ulisse alcune piante che saranno fatte crescere e curate in una struttura ad hoc creata all'interno di Sollicciano, per poi tornare nella disponibilità dell'azienda pistoiese ed essere messe in vendita. "Per noi – dice Vannino Vannucci, titolare della Vannucci Piante – 'responsabilità sociale d'impresa' non è una formula vuota ma significa fare cose molto concrete. Da tempo siamo infatti impegnati su vari fronti: forniture di strumenti didattici alle scuole, sostegno a diverse attività di volontariato sanitario. La collaborazione con la cooperativa Ulisse è un altro tassello importante del nostro costante impegno sociale".

"Proprio due giorni fa – dice il presidente della cooperativa sociale Ulisse, Giovanni Autorino – è scaduto l'ultimatum dell'Unione Europea all'Italia sul sovraffollamento carcerario. Il nostro governo ha risposto presentando un piano per affrontare l'emergenza: ne leggeremo nel dettaglio le misure, ma auspichiamo fin d'ora che ci siano investimenti importanti per aumentare le opportunità di lavoro in carcere. I nostri 15 anni di esperienza di progetti sociali nei penitenziari – da 'Piedelibero', il brand delle biciclette riparate dagli ospiti dell'istituto penale fiorentino, a 'Le rose di Sollicciano' – ci hanno dimostrato che per un detenuto lavorare è una grande occasione di riabilitazione e di re-inserimento nella società. Per questo motivo – conclude Autorino – speriamo anche che la Regione Toscana continui ad investire su progetti come l'agricoltura sociale in carcere".

"L'Europa e il governo italiano – commenta la responsabile Legacoopsociali Toscana, Eleonora Vanni – stanno fortemente puntando l'attenzione sullo sviluppo dell'impresa sociale, uno sviluppo che può nascere da accordi come quello tra la cooperativa Ulisse e il Vivaio Vannucci: integrare l'azione del no profit e quella delle aziende commerciali, facendo fare ad ogni soggetto quel che meglio sa fare, consente di creare nuove opportunità economiche e di inclusione sociale".

Le attività di ortovivaismo previste nell'accordo sottoscritto oggi vanno ad affiancarsi a "Le rose di Sollicciano", progetto promosso dall'assessorato all'agricoltura della Regione Toscana: da circa un anno tre detenuti del carcere di Firenze e dell'istituto Gozzini – assunti dalla cooperativa Ulisse – si occupano di travasare, invasare e fare crescere rose che poi vengono vendute nei mercati fiorentini, a vivai, a negozi specializzati e anche direttamente ai cittadini.

I tre detenuti, selezionati sulla base delle capacità manuali e dell'attitudine alle attività di orticoltura, stanno imparando un mestiere che servirà loro per la vita fuori dal carcere, una volta finito di scontare la pena. Oggi lavorano 4 ore al giorno tre volte la settimana sotto la guida di un esperto di botanica e di un tutor della cooperativa Ulisse.

E saranno proprio loro tre – tutti tra i 35 e i 40 anni, stanno scontando pene tra i 3 e i 5 anni – ad occuparsi delle piante provenienti dal Vivaio Vannucci.

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