Da oggi una farfalla stilizzata sara' il simbolo dell'agricoltura rispettosa
dell'ambiente e alleata del cittadino consumatore.
La farfalla, la cui vita e' spesso messa a repentaglio dall'uso indiscriminato
di prodotti chimici, e' stata infatti scelta dalla Regione Toscana per il
marchio "Agriqualità" che identifichera' tutte le aziende che producono con
metodi ecocompatibili. "Da sempre - ha spiegato l'assessore all'agricoltura
Moreno Periccioli nella conferenza stampa di presentazione del marchio -
all'immagine della Toscana si associa l'idea di bonta' e genuinita' dei
prodotti.
Con questo nuovo marchio l'idea sara' rafforzata e valorizzata:
perche' il marchio "Agriqualita'" grazie ai regolamenti d'uso e ai severi
controlli previsti rappresentera' una garanzia assoluta per il consumatore
oltreche' un giusto premio per il produttore".
Ma chi potra' fregiarsi del marchio? In pole position ci saranno sicuramente
le oltre sedicimila aziende toscane che gia' attualmente producono con un
uso ridotto di prodotti chimici e concimi e che, in virtu' di questa scelta,
usufruiscono del contributo comunitario previsto dal regolamento 2078 (nel
1999 la cifra totale loro destinata sarà di circa 140 miliardi di lire).
A queste
si aggiungeranno tutte quelle aziende che dal 2000 compiranno la scelta di
produrre in maniera ecocompatibile.
Per tutte discriminante sara' il rispetto dei disciplinari che diventeranno in
pratica la chiave d'accesso sia al marchio che ai contributi. Solo le aziende
che produrranno nel rispetto dei regolamenti d'uso, insomma, avranno la
valorizzazione garantita dalla 'farfalla' regionale e, insieme a questa, anche
la possibilita' di accedere ai contributi comunitari.
Ma i benefici maggiori andranno ai cittadini: le regole previste dai
disciplinari offriranno notevoli garanzie sui prodotti e dell'ambiente: sara'
per esempio ridotto di almeno il 40 per cento l'utilizzo dei concimi azotati,
spesso responsabili di inquinamenti delle acque, verra' ristretto l'utilizzo di
fitofarmaci, si permetterà l'utilizzo dei soli diserbanti non residuali, verra'
escluso l'utilizzo di organismi geneticamente modificati.
L'occhio indagatore dei disciplinari non si limitera' alla sola fase della
coltivazione.
Nel caso, per esempio di una marmellata, saranno controllate tutte le fasi del processo produttivo, sara' rintracciabile la provenienza della materia prima e resi individuabili tutti i soggetti che hanno manipolato il prodotto. Se si trattera' invece di un prodotto a base di carni (come un insaccato) saranno controllate le tecniche di allevamento, i mangimi utilizzati, la profilassi delle malattie, le metodiche di macellazione e preparazione del prodotto e le tecniche di conservazione.
Solo rispettando le prescrizioni dei disciplinari l'azienda potra' fregiarsi del
marchio "Agriqualita'", con cui potrà essere etichettato ogni prodotto. Da
notare che le aziende concessionarie del marchio saranno costantemente
sottoposte a controlli e sopralluoghi da parte di organismi terzi, autorizzati
dalla giunta regionale, che dovranno verificare, attraverso il prelievo di
campioni, la corretta applicazione dei disciplinari di produzione. Alla fine di
questo percorso la Regione Toscana consentira' di utilizzare il marchio della
farfalla con la scritta "Agriqualita'".
Nell'etichetta che accompagnera' ogni
prodotto sara' riportato il nome dell'organismo di controllo e il numero di
codice corrispondente alla partita, così da assicurare la rintracciabilita' del
prodotto.
"Attraverso questi strumenti - spiega Periccioli - il consumatore avra' dai
nostri produttori una ulteriore garanzia di qualita'. E il meccanismo di
valorizzazione e di tutela innescato dal marchio sono certo che indurra'
molti altri produttori a compiere la scelta della produzione rispettosa
dell'ambiente.
Attualmente la nostra regione e' gia' all'avanguardia: quasi
300mila ettari , un terzo del totale, sono coltivati in maniera ecocompatibile:
l'obbiettivo e' quello di portare la farfalla ad allargare ancora di piu' la sua
superficie di volo".
L'avvento del marchio e' effetto diretto della legge regionale numero 25 del
1999. Una legge che, oltre all'obbiettivo di valorizzare l'agricoltura
ecocompatibile, prevede anche la tutela contro la pubblicita' ingannevole:
compito della normativa è infatti anche quello di evitare che il paesaggio
toscano venga utilizzato in maniera ingannevole per reclamizzare prodotti
agroalimentari che con questa terra nulla hanno a che vedere.
E anche su questo fronte i primi mesi dall'entrata in vigore della legge hanno prodotti i primi effetti: "Abbiamo riscontrato - sottolinea l'assessore - che ultimamente non si sono piu' verificati casi di sfruttamento del paesaggio toscano per reclamizzare prodotti alimentari di altre aree. Evidentemente la legge ha gia' funzionato come deterrente". "Vorrei ribadire che questa norma e' pienamente conforme alle norme comunitarie, e non introduce alcun tipo di copyright. A nessuno infatti verra' impedito di usare nelle inserzioni pubblicitari le immagini del territorio toscano.
Cio' che cercheremo di evitare è di indurre i cittadini, in maniera scorretta a ritenere che un prodotto agroalimentare venga dalla Toscana, se cio' non corrisponde a verità".