Musica tradizionale dei paesi del Magreb

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 maggio 1999 15:23
Musica tradizionale dei paesi del Magreb

Un viaggio sull'una e l'altra sponda del mediterraneo, in un mondo vicino e lontano allo stesso tempo, un mondo che è ancora capace di evocare atmosfere esotiche e colme di mistero. Domenica sera a Fabbrica Europa alla Stazione Leopolda concerto di: Jamal Ouassini (Marocco), violino, liuto, voce e percussioni - Cherif Ouazzani (Marocco), liuto, chitarre, ghembri, ghaita, canto e percussioni; Abdelli Aarab (Marocco), voce e percussioni - Marzouk (Tunisia), nay, percussioni, ghaita tunisina - Sena Thioune (Senegal) basso, percussioni e voce; Badun Diae (Mali) percussioni (tbel, jembei e karkaba) - ospiti: Mouna Aamari (Tunisia) liuto e voce e Federico Sanesi (Italia), tabla. Nel concerto proposto da Jamal Ouassini con il suo ensemble trovano spazio sia momenti di spiritualità, come la processione consacrata alle confraternite gnawa - al ritmo dei tamburi gnawa e karkba (percussioni di metallo)- che di musica colta araba.

Gli artisti sono sulle tracce di un cammino musicale che tocca le antiche scuole della musica dei paesi del Maghreb, con un occhio particolare alla tradizione del Marocco - paese in cui le sonorità proprie delle popolazioni nomadi si fondono con forme musicali più urbane - fino ad arrivare ai canti e alle melodie autentiche del raï algerino, a sua volta intrecciato ad improvvisazioni su temi della tradizione popolare berbera. A grandi linee l'immensa area araba si può suddividere in tre generi musicali: quello legato alle cerimonie religiose, quello tradizionale locale- diverso di area in area - e quello colto profano, comune a tutto il mondo islamico.

Le prime scuole classiche di grande importanza vennero fondate prima dell'avvento dell'Islam a Bagdad e Damasco e il loro sviluppo rimase legato allo sviluppo dello strumento principe: l'oud (il liuto arabo) da cui trae origine anche il liuto della tradizione occidentale. Inoltre, la musica colta è stata trasmessa oralmente fino al XIX secolo, dando origine così alla pratica improvvisativa, ad esempio nel tagsim, dove l'esecutore introduce attraverso una serie di arabeschi e abbellimenti brani che consentono di dare sfogo all'estro del musicista. Jamal Ouassini, che risiede in Italia dal 1970, ha studiato musica araba e occidentale al conservatorio di Tangeri in Marocco, e si è poi diplomato violinista al conservatorio di Mantova con il prof.

Ferrari; nel 1985 fonda il gruppo Zyriab, dal nome di quello Zyriab che ha dato una svolta musicale determinante e fondamentale per tutte le generazioni islamiche . Proprio per tutti questi motivi Ouassini è uno dei musicisti più accreditati per aiutarci nella riscoperta del patrimonio culturale del Mediterraneo.

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