I territori e le sostanze inquinanti da rilevare, i criteri per la localizzazione delle stazioni di monitoraggio, l'integrazione dei sistemi di rilevamento e l'organizzazione dei centri operativi provinciali, le valutazioni economiche e l'informazione ai cittadini. Tutto questo contiene il piano regionale per il rilevamento della qualita' dell'aria approvato dalla giunta su proposta dell'assessore all'ambiente, Claudio Del Lungo. "Un piano - spiega l'assessore - che ha come obiettivo la costituzione di un sistema regionale di controllo della qualita' dell'aria, in grado di fornire una base conoscitiva adeguata sulla situazione dell'inquinamento atmosferico della nostra regione.
Conoscenza che e'
premessa indispensabile per proseguire i nostri interventi di risanamento e
di tutela della salute".
Tutto questo in linea con un impegno che si e' espresso anche
nell'approvazione della legge sulle "zone a rischio di episodi acuti di
inquinamento atmosferico", prima in Italia, e nello sviluppo di un
monitoraggio dell'aria che in Toscana interessa gia' 46 amministrazioni
comunali, con 1.7 milioni di abitanti (47.3 per cento del totale regionale) e
una superficie di 4.400 chilometri quadrati (19.1 per cento).
Controlli che
riguardano 7 capoluoghi di provincia su 10 (presto saranno attivate 5
stazioni in provincia di Pistoia) e che sono effettuati da 9 reti pubbliche e
11 private, con un numero complessivo di 111 stazioni (27 in provincia di
Livorno, 21 a Firenze, 17 a Pisa, 11 per provincia ad Arezzo, Grosseto e
Lucca, 6 a Prato, 5 a Pistoia, 2 a Siena). Da ricordare che le strutture
attualmente operative sono in grado di fornire annualmente quasi 2 milioni
e 200 mila dati orari chimici e circa 2 milioni di dati orari metereologici,
con un relativo impegno economico di notevoli proporzioni: considerando
i costi di ammortamento e di gestione, ogni dato costa tra le 2 e le 3 mila
lire.
E' un patrimonio di esperienze e strumentazioni che si differenzia
provincia per provincia (la percentuale maggiore di popolazione residente
in aree monitorate e' a Prato, con l'80 per cento, quella con il maggiore
territorio coperto e' Livorno, con il 45 per cento) e che il piano intende
intende integrare, valorizzare, potenziare.
Tra le altre cose, il piano provvede a definire i criteri per la
determinazione delle aree di rilevamento, selezionando i comuni con piu'
di 30 mila abitanti (21 in tutta la Toscana) o con densita' superiore ai 250
abitanti per chilometro quadrato (70) e poi ripartendoli in cinque classi
sulla base delle emissioni di inquinanti gia' registrate.
E' stato cosi'
elaborato "un elenco indicativo di 34 Comuni che presentano condizioni
critiche dal punto di vista ambientale".
Inoltre, sulla base delle normative vigenti, sono individuati gli inquinanti
da rilevare, per ognuno dei quali sono segnalate particolari esigenze di
monitoraggio e di dotazione strumentale, anche tenendo conto dei trend
relativi agli ultimi anni e delle fonti di emissione. Cosi' pure sono definiti i
criteri per determinare il numero delle stazioni di misura e la loro
eventuale ricollocazione.
Particolare attenzione e'attribuita alla geotermia
- si prevede un impegno specifico delle tre amministrazioni provinciali
interessate (Grosseto, Pisa e Siena) per il controllo delle emissioni delle
centrali - e al monitoraggio dell'ozono.
L'attuazione del piano regionale prevede la costituzione di dieci sistemi di
rilevamento a livello provinciale, ognuno dotato di un proprio centro
operativo. Sulla base del piano, infatti, le province dovranno adeguare le
loro strutture, presentando i relativi progetti entro un anno.