Massima semplificazione burocratica per chi vuole aprire un negozio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 1999 10:00
Massima semplificazione burocratica per chi vuole aprire un negozio

Ma anche massima tutela degli esercizi commerciali nelle zone più "a rischio" tramite programmi di valorizzazione e qualificazione dei centri storici e il potenziamento degli esercizi di vicinato. E ancora, ruolo centrale della concertazione nella localizzazione delle grandi strutture di vendita attraverso una serie di meccanismi che ne rendano graduale l'ingresso nella rete distributiva regionale. Queste le novità più importanti della proposta di legge della giunta che riorganizza il commercio in sede fissa e recepisce le nuove regole stabilite dal decreto Bersani che ha affidato alle Regioni il compito di definire nuovi criteri e indirizzi rispetto alla programmazione commerciale e agli aspetti urbanistici.

E' il secondo e ultimo tassello dell'opera di riorganizzazione del settore dopo l'approvazione da parte del consiglio regionale della legge sul commercio ambulante. A rendere operanti le nuove regole saranno, accanto alla legge, il nuovo regolamento di attuazione e le direttive che definiscono i criteri e i parametri per la programmazione urbanistico-territoriale per il commercio. Ma ecco cosa prevede la legge. Per l'apertura dei piccoli negozi la liberalizzazione è massima: non ci sarà più bisogno di una autorizzazione ma sarà sufficiente la comunicazione al Comune dell'inizio dell'attività.

Occorrera' invece l'autorizzazione per le medie strutture (fino a 1.500 o fino a 2.500 metri quadrati, secondo le dimensioni dei Comuni e la zonizzazione regionale), anche se vengono aboliti contingentamenti o limitazioni legate al settore merceologico. La legge si preoccupa però di inserire elementi di salvaguardia per quelle zone nelle quali la rete di vicinato presenta elementi di vulnerabilità (scarsa diffusione o elevata mortalità dei negozi nell'ultimo triennio): i Comuni potranno individuare aree di vulnerabilita' dove gli esercizi di vicinato sono oggettivamente a rischio e prevedere interventi di razionalizzazione e qualificazione della viabilità, o dell'arredo urbano.

In questi casi potrà anche essere individuato, solo per due anni, un determinato contingente di metri quadrati di superficie da destinare alle medie strutture. Questo contingente sarà stabilito, di volta in volta, attraverso un indice di equilibrio fra medie strutture ed esercizi di vicinato. Nei casi in cui vi sia una sproporzione a favore delle medie strutture, il loro ingresso in queste zone potrà essere bloccato per due anni. Per le grandi strutture, l'entrata in vigore della legge sbloccherà le autorizzazioni che sono rimaste ferme per un anno in attesa delle nuove regole.

E le nuove regole assegnano in Toscana un ruolo fondamentale ai Comuni e alla concertazione fra enti locali. La legge prevede infatti che per il dimensionamento e la localizzazione delle nuove strutture sia possibile dare vita a specifiche intese fra enti locali di aree omogenee . Ma per i casi in cui non sia possibile raggiungere un'intesa, la Regione fissa criteri precisi. Per le strutture con superficie di vendita superiore a 5.000 metri quadrati è necessaria una specifica destinazione urbanistica, mentre per quelle inferiori è sufficiente la previsione di destinazione commerciale generica.

Particolare attenzione viene posta al rapporto fra superficie di vendita e abitanti. Le grandi strutture con superficie superiore ai 20.000 metri quadrati non possono essere localizzate in Comuni o frazioni con meno di 3.000 abitanti. Ed e' comunque previsto nell'ambito della validita' biennale del provvedimento un tetto massimo di 25 mila metri quadrati per le grandi strutture di vendita. Per concedere l'autorizzazione delle strutture superiori a 2.500 metri quadrati è necessario che venga rispettato un indice di equilibrio commerciale, sulla base del quale verra' calcolata la quantita' di metri quadrati consentita in una determinata zona.

E' proprio grazie a questo strumento che verra' garantito un ingresso graduale della grande distribuzione nella rete commerciale toscana. La sua applicazione permette infatti di dare il via libera a maggiori quantità di superficie nelle zone in cui esiste una rete commerciale piu' diversificata e strutturata, mentre nelle zone deboli la quantità di superficie autorizzabile diventa minore.
Aperture domenicali: il decreto Bersani prevede che nei comuni a prevalente economia turistica e nelle citta' d'arte sia possibile l'apertura domenicale dei negozi.

La Regione con la sua legge affida la decisione a uno specifico accordo in sede locale fra categorie del commercio, Comune e rappresentanti di consumatori e lavoratori. In caso di accordo, la Regione inserisce la localita' nell'elenco delle aree a prevalente economia turistica o città d'arte. L'apertura domenicale può essere inoltre autorizzata dai Comuni all'interno dei programmi per la valorizzazione dei centri storici. Entro il giugno del 2000 infatti, i Comuni potranno adottare programmi per la valorizzazione dei centri storici o programmi integrati per la rivitalizzazione della rete distributiva, con l'obiettivo di dare nuovo lustro alla rete degli esercizi di vicinato e riqualificare i centri storici.

Questi programmi permetteranno di porre, dove si presenti necessita', dei limiti all'apertura di nuovi negozi.
"Credo che questa legge -spiega l'assessore alle attivita' produttive Michele Ventura- interpreti la filosofia del decreto Bersani che punta a una maggiore liberalizzazione rispetto al passato, senza tuttavia trascurare l'impatto di nuove imprese sul tessuto commerciale esistente. un tessuto che in Toscana va certamente irrobustitito, sia attraverso la salvaguardia delle imprese esistenti, sia favorendo l'innovazione del settore.

Del resto la proposta di legge nasce da un intenso lavoro di confronto e concertazione con tutte le categorie economiche del settore, dei consumatori e degli enti locali . Sara' d'ora in poi di fondamentale importanza il contributo che l'esame del Consiglio regionale sapra' portare alla legge, anche in considerazione della complessita' della materia che andiamo a regolamentare".

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