La drammatica situazione della stampa indipendente in Turchia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 1999 18:11
La drammatica situazione della stampa indipendente in Turchia

Sara' al centro della prossima Giornata internazionale sulla liberta' di stampa, promossa a Firenze il prossimo 3 maggio dall'Osservatorio internazionale sulla liberta' d'informazione, costituito da Regione Toscana e da Informazione senza frontiere (Acli, Arci, Fnsi): lo hanno annunciato oggi il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, e il presidente di Informazione senza frontiere, Vincenzo Striano. Chiti ha sottolineato come "la questione del rispetto della liberta' di stampa in Turchia si pone oggi in una luce tutta particolare, perche' solo la garanzia di un'informazione libera potra' fornire all'Europa le indispensabili assicurazioni che il processo Ocalan rispetti gli elementari diritti dell'imputato e si svolga nell'ambito delle insopprimibili garanzie democratiche.

Purtroppo - ha aggiunto Chiti - l'uso che dell'informazione televisiva ha fatto in questi giorni il governo turco non fa sperare niente di buono. Il caso Ocalan non e' un'eccezione, ma nasconde dietro di se' una situazione drammatica, come dimostrano i dati diffusi dall'Ihd, l'associazione turca per la difesa dei diritti dell'uomo, secondo i quali nel solo mese di gennaio 91 persone sono state sottoposte a tortura, 12 sono scomparse in circostanze non chiarite e 132 sono in carcere per reati di opinione.

Eppure - ha detto ancora il presidente - se la Turchia vorra' veramente entrare nell'Unione, dovra' dimostrare di avere le carte in regola sul terreno primario dell'ordinamento democratico, oltre ad abolire la pena di morte che non e' in alcun modo accettabile possa rientrare in Europa dalla finestra dopo esserne stata cacciata dalla porta. Per questo la Toscana, che vanta su questi temi una primogenitura indiscussa, con l'iniziativa del 3 maggio intende invitare tutto il mondo dell'informazione ad una riflessione sul caso Turchia".

Informazione senza frontiere, da parte sua, ha ricordato come fra le centinaia di detenuti in carcere per reati di opinione vi siano decine di giornalisti di media indipendenti o di opposizione. Durissima è stata le repressione a cui e' stato sottoposto in questi anni il quotidiano indipendente di Istanbul "Ulkede Gundem": ben 11 suoi giornalisti sono detenuti in varie carceri del paese a causa della loro attivita' professionale. Il giornale e' stato chiuso per quattro volte e ogni volta ha dovuto cambiare testata, tanto che si appresta a uscire di nuovo ai primi di marzo con la nuova testata "Ozgur Bakis", che significa "sguardo libero".

Sono stati arrestati 57 giornalisti e 40 diffusori, sottoposti anche a minacce e a torture: un'operazione sistematica di censura che si e' tradotta in decine e decine di processi cha hanno inflitto all'editore e ai redattori pesanti condanne a pene detentive e a multe per centinaia di milioni. Sara' al centro della prossima Giornata internazionale sulla liberta' di stampa, promossa a Firenze il prossimo 3 maggio dall'Osservatorio internazionale sulla liberta' d'informazione, costituito da Regione Toscana e da Informazione senza frontiere (Acli, Arci, Fnsi): lo hanno annunciato oggi il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, e il presidente di Informazione senza frontiere, Vincenzo Striano.

Chiti ha sottolineato come "la questione del rispetto della liberta' di stampa in Turchia si pone oggi in una luce tutta particolare, perche' solo la garanzia di un'informazione libera potra' fornire all'Europa le indispensabili assicurazioni che il processo Ocalan rispetti gli elementari diritti dell'imputato e si svolga nell'ambito delle insopprimibili garanzie democratiche. Purtroppo - ha aggiunto Chiti - l'uso che dell'informazione televisiva ha fatto in questi giorni il governo turco non fa sperare niente di buono.

Il caso Ocalan non e' un'eccezione, ma nasconde dietro di se' una situazione drammatica, come dimostrano i dati diffusi dall'Ihd, l'associazione turca per la difesa dei diritti dell'uomo, secondo i quali nel solo mese di gennaio 91 persone sono state sottoposte a tortura, 12 sono scomparse in circostanze non chiarite e 132 sono in carcere per reati di opinione. Eppure - ha detto ancora il presidente - se la Turchia vorra' veramente entrare nell'Unione, dovra' dimostrare di avere le carte in regola sul terreno primario dell'ordinamento democratico, oltre ad abolire la pena di morte che non e' in alcun modo accettabile possa rientrare in Europa dalla finestra dopo esserne stata cacciata dalla porta.

Per questo la Toscana, che vanta su questi temi una primogenitura indiscussa, con l'iniziativa del 3 maggio intende invitare tutto il mondo dell'informazione ad una riflessione sul caso Turchia". Informazione senza frontiere, da parte sua, ha ricordato come fra le centinaia di detenuti in carcere per reati di opinione vi siano decine di giornalisti di media indipendenti o di opposizione. Durissima è stata le repressione a cui e' stato sottoposto in questi anni il quotidiano indipendente di Istanbul "Ulkede Gundem": ben 11 suoi giornalisti sono detenuti in varie carceri del paese a causa della loro attivita' professionale.

Il giornale e' stato chiuso per quattro volte e ogni volta ha dovuto cambiare testata, tanto che si appresta a uscire di nuovo ai primi di marzo con la nuova testata "Ozgur Bakis", che significa "sguardo libero". Sono stati arrestati 57 giornalisti e 40 diffusori, sottoposti anche a minacce e a torture: un'operazione sistematica di censura che si e' tradotta in decine e decine di processi cha hanno inflitto all'editore e ai redattori pesanti condanne a pene detentive e a multe per centinaia di milioni. Sara' al centro della prossima Giornata internazionale sulla liberta' di stampa, promossa a Firenze il prossimo 3 maggio dall'Osservatorio internazionale sulla liberta' d'informazione, costituito da Regione Toscana e da Informazione senza frontiere (Acli, Arci, Fnsi): lo hanno annunciato oggi il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, e il presidente di Informazione senza frontiere, Vincenzo Striano.

Chiti ha sottolineato come "la questione del rispetto della liberta' di stampa in Turchia si pone oggi in una luce tutta particolare, perche' solo la garanzia di un'informazione libera potra' fornire all'Europa le indispensabili assicurazioni che il processo Ocalan rispetti gli elementari diritti dell'imputato e si svolga nell'ambito delle insopprimibili garanzie democratiche. Purtroppo - ha aggiunto Chiti - l'uso che dell'informazione televisiva ha fatto in questi giorni il governo turco non fa sperare niente di buono.

Il caso Ocalan non e' un'eccezione, ma nasconde dietro di se' una situazione drammatica, come dimostrano i dati diffusi dall'Ihd, l'associazione turca per la difesa dei diritti dell'uomo, secondo i quali nel solo mese di gennaio 91 persone sono state sottoposte a tortura, 12 sono scomparse in circostanze non chiarite e 132 sono in carcere per reati di opinione. Eppure - ha detto ancora il presidente - se la Turchia vorra' veramente entrare nell'Unione, dovra' dimostrare di avere le carte in regola sul terreno primario dell'ordinamento democratico, oltre ad abolire la pena di morte che non e' in alcun modo accettabile possa rientrare in Europa dalla finestra dopo esserne stata cacciata dalla porta.

Per questo la Toscana, che vanta su questi temi una primogenitura indiscussa, con l'iniziativa del 3 maggio intende invitare tutto il mondo dell'informazione ad una riflessione sul caso Turchia". Informazione senza frontiere, da parte sua, ha ricordato come fra le centinaia di detenuti in carcere per reati di opinione vi siano decine di giornalisti di media indipendenti o di opposizione. Durissima è stata le repressione a cui e' stato sottoposto in questi anni il quotidiano indipendente di Istanbul "Ulkede Gundem": ben 11 suoi giornalisti sono detenuti in varie carceri del paese a causa della loro attivita' professionale.

Il giornale e' stato chiuso per quattro volte e ogni volta ha dovuto cambiare testata, tanto che si appresta a uscire di nuovo ai primi di marzo con la nuova testata "Ozgur Bakis", che significa "sguardo libero". Sono stati arrestati 57 giornalisti e 40 diffusori, sottoposti anche a minacce e a torture: un'operazione sistematica di censura che si e' tradotta in decine e decine di processi cha hanno inflitto all'editore e ai redattori pesanti condanne a pene detentive e a multe per centinaia di milioni.

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