Ad una coppia in crisi e ad un prete che ha perduto la vocazione si contrappone l'esempio di un vecchio abateeremita in odor di santita. Il pubblico assiste da un punto di vista privilegiato (sottolineato dalla regia con immaginitelevisive) quasi divino. E' questo in sintesi lo schema dell"Inquisizione", dramma scritto nel dopoguerra da DiegoFabbri, e in scena in questi giorni al Teatro della Pergola. L'esito della suddetta tenzone e noto: nei decenniseguenti in Italia ha vinto la secolarizzazione, il laicismo, il ridimensionamento del cattolicesimo.
Ma Fabbri parenon prevederlo. Come non vi e avvisaglia nel testo della rilettura pirandelliana alla luce delle teorie psicanalitiche.Sicche e naturale interrogarsi sulle ragioni di questa riproposizione alle soglie del terzo millennio: forse lesponsorizzazioni del Comune di Forli, della locale Cassa dei risparmi, dell'ETI? La risposta e nel caloroso applausoche il pubblico della Pergola ha tributato al sermone finale di un poco convinto Mario Scaccia.
