25° anniversario della tragedia del Moby Prince

Un libro, una staffetta podistica e un monumento in memoria delle 140 vittime. Loris Rispoli (Pres. Ass. vittime) a Radio Cusano Campus: "E' una Ustica del mare. Gli Stati Uniti sanno qualcosa..."

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 aprile 2016 15:14
25° anniversario della tragedia del Moby Prince

Sono trascorsi 25 anni da quella tragica notte del 10 aprile 1991, quando il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo entrarono in collisione al largo del porto di Livorno.In seguito allo scontro, si sviluppò un incendio che causò la morte delle 140 persone a bordo del Moby Prince, equipaggio e passeggeri, tranne il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand. La tragedia del Moby Prince è un altro dei tanti "misteri d'Italia" visto che i processi si sono conclusi senza condanne: tutti assolti, nessun colpevole.

Domenica 10 aprile si svolgeranno le cerimonie commemorative “per non dimenticare” l’incendio che 25 anni fa, la sera del 10 aprile 1991, causò la morte di 140 passeggeri e distrusse al largo di Livorno, il traghetto Moby Prince. Il programma delle cerimonie, promosso da Regione Toscana, dal Comune di Livorno, dalla Provincia di Livorno e dall’Associazione “140” Familiari Vittime del Moby Prince, è stato presentato ieri mattina nella Sala Giunta di Palazzo Comunale alla presenza del sindaco Filippo Nogarin, l’assessore alla Cultura Serafino Fasulo e Loris Rispoli (presidente dell’Associazione “140”).

Il sindaco ha ringraziato Loris Rispoli, per la forza con cui ha sempre portato avanti la battaglia verso la verità. “Ci sono decine di stragi che non hanno risposta –ha detto Nogarin- e c’è una vera e propria partecipazione dell’uomo che prova dolore a vedere che questi fatti non hanno risposte.” Ed ha aggiunto: “Vorrei che si celebrasse il senso di giustizia. Abbiamo bisogno di risposte e che le vittime abbiano un senso di compimento di quello che è accaduto.”Le iniziative avranno inizio già da sabato 9 aprile, quando, alle ore 17, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo (via Roma 234) verrà presentato il libro di Elisabetta Arrighi “Moby Prince.

Novemila giorni senza verità” (Edizioni ETS). Sempre sabato si svolgerà la staffetta del Coordinamento Podistico Moby Prince che partirà da Pontedera e, passando dai comuni di Ponsacco, Lari, Crespina, Fauglia e Collesalvetti giungerà alle ore 17 del 10 aprile in città dove si aggregherà al corteo per il Porto.Gli appuntamenti di domenica 10 aprile avranno inizio alle ore 10 in Fortezza Nuova con la funzione religiosa presieduta dal Vescovo di Livorno Monsignor Simone Giusti.Sempre negli spazi della Fortezza Nuova, alle ore 11.30, sarà inaugurata la scultura Koningin Juliana, dell’artista Federico Cavallini, in memoria delle vittime.Le iniziative proseguiranno nel pomeriggio: alle ore 15 nella Sala Consiliare di Palazzo Civico il sindaco Filippo Nogarin porgerà il saluto, a nome della città, alle Autorità e ai familiari delle vittime.

Alle ore 17 da Piazza del Municipio partirà il corteo che, dopo aver percorso alcune vie della città arriverà, intorno alle 17.45 arriverà al Porto, Andana degli Anelli, davanti alla lapide dove sono scolpiti i nomi delle 140 vittime. Qui, sarà deposto il cuscino di rose del Presidente della Repubblica e saranno letti i nomi delle vittime e i familiari presenti lanceranno le rose in mare, 140, una per ogni vittima.Ultimo appuntamento di questa giornata all’insegna della memoria, alle ore 21, alla Chiesa di Sant’Andrea (piazza del Cisternone) si terrà il concerto commemorativo: la Corale Guido Monaco eseguirà il Requiem di Gabriel Fauré.

Loris Rispoli, presidente dell'Associazione "140", una delle 2 associazioni familiari delle vittime, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano . Rispoli ha perso sua sorella nel disastro del Moby Prince. “Qualsiasi idea uno si può fare dell’incidente –ha affermato Rispoli- c’è da tener conto che nessuno è morto a causa di questo.

La cosa fondamentale è sapere perché 140 persone sono state lasciate lentamente a bruciare senza che nessuno intervenisse. La realtà è che quel traghetto è stato infilato per 10 minuti nella petroliera, si è disincagliato perché la petroliera ha messo in moto e nessuno ha fatto niente nei confronti di quelle 140 persone che stavano morendo bruciate. Noi sappiamo che la risposta data dalla magistratura è insoddisfacente, perché un pm non può finire un processo chiedendo l’assoluzione di tutti gli indagati perché il destino è cinico e baro.

Non è una sentenza accettabile”. “Credo che dietro questa vicenda –ha aggiunto Rispoli- ci sia un’altra negligenza da parte di chi per ruolo e per divisa doveva gestire e coordinare i soccorsi. Mi riferisco al ruolo che doveva svolgere il comandante della capitaneria e non ha mai svolto quella notte, perché dal canale 16 e dalle testimonianze, ci è stato sempre detto che dal comandante non è mai venuto nessun ordine.

Se il comandante della capitaneria, nei mesi antecedenti alla collisione, avesse emesso un’ordinanza che diversificava le rotte di stazionamento da quelle di entrata e uscita in porto non ci sarebbe stata la collisione. Questa ordinanza non c’era nel porto di Livorno, che è uno dei più pericolosi in Italia”. Una cosa è certa –ha spiegato Rispoli-, gli Stati Uniti hanno visto qualcosa. Non dimentichiamoci che quella notte eravamo in presenza di ferree norme antiterrorismo, in quanto nel porto di Livorno c’erano le navi americane che riportavano le arme dalla guerra del Golfo, quindi sicuramente i satelliti Usa hanno visto qualcosa.

Il governo italiano ha chiesto per anni di venire in possesso di questo materiale, è stato negato che ci fosse. La Commissione d’inchiesta farà ulteriori passi per richiedere questo materiale”. “Sono fiducioso sul fatto che la Commissione d’inchiesta sul disastro della Moby Prince riuscirà a fornire risposteha conclusoRispoli-.Mi preme sottolineare che per la prima volta nella storia del nostro Paese i giudici si avvalgono della facoltà di non rispondere.

I giudici che sono stati chiamati dalla Commissione d’inchiesta si sono rifiutati di rispondere”.

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