1° maggio: in Palazzo Vecchio festeggiati i 62 toscani ‘Maestri del Lavoro’

Il prefetto Varratta: “Ogni cittadino privo di un posto di lavoro deve essere in cima ai nostri pensieri”. Le iniziative di Cgil, Cisl e Uil in Toscana. Enrico Rossi: “La Toscana resiste alla crisi”. Evento "Io lavoro. Femminile Presente" il 5 maggio a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 maggio 2015 14:37
1° maggio: in Palazzo Vecchio festeggiati i 62 toscani ‘Maestri del Lavoro’

Si è svolta questa mattina, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, la cerimonia di consegna delle 62 ‘Stelle al Merito del Lavoro’ 2015, l’onorificenza conferita dal presidente della Repubblica a coloro che nella loro esperienza lavorativa si sono distinti per perizia, laboriosità, condotta morale e anzianità di servizio. Sono intervenuti il prefetto Luigi Varratta, l’assessore all’urbanistica e politiche del territorio, il vicepresidente Gruppo toscano Cavalieri del Lavoro Vando D’Angiolo, il presidente regionale dell'Associazione nazionale seniores d’azienda Vincenzo D’Angelo, il console regionale della Federazione Maestri del Lavoro Alberto Taiti e Teodoro Serafini in rappresentanza della direzione regionale del lavoro. Questo l’elenco dei 62 toscani ‘Maestri del Lavoro’ (suddivisi per provincia di residenza):

Firenze: Sergio Bacci, Paolo Borghini, Alessandro Burchi, Francesco Cannoni, Emilio Cappelli, Daniele Mariano Cecchi, Franco Chini, Lucia Coppi, Loretta Lamberti, Roberto Lascialfari, Maurizio Marcheselli, Carla Miccinesi, Laura Picariella, Mario Pini, Laura Quartara, Anna Maria Raggioli, Claudio Sereni, Andrea Spighi, Patrizia Terracina, Mario Valdettaro.

Arezzo: Ester Bertocci, Patrizia Farsetti, Giancarlo Fiorini, Claudio Galvini, Massimo Guadagnoli, Adriana Guiducci, Laura Sadocchi, Gian Piero TomoliGrosseto: Sabatino Cocco, Fabio SartoriLivorno: Carlo Bianchi, Luciano Della Bella, Adriano Gerini, Valerio ToncelliLucca: Stefano Ernesto Ardigò, Ermete Cheli, Angelo Della Maggiora, Gildo Giorgi, Marco Iriti, Maria Luisa Murri, Antonio SimoniniMassa Carrara: Bruno Bernardini, Paolo Mussi, Francesco PezzanaPisa: Fulvio Chelli, Stefano Giacomelli, Enzo MichelizzaPistoia: Pier Giorgio Barsanti, Pietro Caggiano, Luciana Guastini, Alessandro Pioppi, Marino SolariPrato: Franca Calamai, Maria Rosaria Del Regno, Stefano Grossi, Franco Marinelli, Salvatore StirparoSiena: Germano Barbagli, Carlo Mazzini, Daniele Muzzi, Catia Noccioni, Luciana Viti.

L’onorificenza viene conferita tradizionalmente il Primo Maggio dal Presidente della Repubblica a coloro che si sono distinti nella propria esperienza lavorativa per laboriosità, perizia e condotta morale. Una ricorrenza quella di oggi “che deve trovare sempre nuovi modi- “– ha affermato il prefetto Luigi Varratta nell’inaugurare la cerimonia – per custodire le tradizioni di una comunità, specialmente quelle che ne rappresentano il fondamento”. Il lavoro è uno di questi pilastri e come tale, ha sottolineato Varratta, è individuato dalla Costituzione nei suoi primi articoli: diritto e dovere al tempo stesso, base del vivere civile.

I nostri padri costituenti hanno scritto: promuovere le condizioni che rendono effettivo questo diritto perché il lavoro non è solo strumento indispensabile per la sussistenza, ma anche mezzo per consentire all’individuo di realizzare la sua personalità e il suo progetto di vita”. Per questi motivi “la disoccupazione non pone semplicemente problemi materiali di sostentamento - haproseguito - ma priva della propria dignità e porta a un’esistenza non più libera perché esposta al ricatto del bisogno e della disperazione”.

E qui Varratta ha lanciato quello che è il suo messaggio per il Primo Maggio. “Ogni cittadino privo di un posto di lavoro – ha detto - deve essere in cima ai nostri pensieri. E’ una responsabilità che deve avvertire sulle proprie spalle chiunque rappresenti un’istituzione, di qualunque natura, politica, amministrativa, sindacale, datoriale, scolastica, cioè quella di fare tutto quello che serve per rendere reale e concreto il diritto al lavoro”.

Per il prefetto la sfera individuale e quella collettiva sono indissolubilmente collegate e su ognuno di noi poggia la responsabilità, sia pure parziale, delle esistenze altrui e della loro possibilità di realizzarsi compiutamente. Un esempio di ciò viene proprio dalle onorificenze consegnate oggi “a chi per oltre venti anni di carriera si è saputo distinguere per la qualità del proprio impegno, per i miglioramenti che ha saputo apportare alla propria attività quotidiana e per gli insegnamenti che ha trasmesso ai più giovani”.

Successi personali che sono stati possibili grazie all’apporto degli altri: dei datori di lavoro, dei colleghi e di tutti coloro che hanno consentito alle diverse realtà produttive di crescere, rafforzarsi, rimanere competitive e resistere nei momenti difficili. “Così gli insigniti di oggi – ha concluso Varratta - hanno avuto l’opportunità di dimostrare il proprio valore e di meritarsi questo riconoscimento”. Dopo il prefetto, hanno preso la parola l’assessore comunale Elisabetta Meucci, il vice presidente Gruppo toscano Cavalieri del Lavoro Vando D’Angiolo, il presidente regionale dell’Associazione nazionale Seniores d’Azienda Vincenzo D’Angelo, il console regionale della Federazione Maestri del Lavoro Alberto Taiti e Teodoro Serafini in rappresentanza della Direzione regionale del Lavoro.

In sala, i prefetti della Toscana che hanno consegnato l’onorificenza ai propri cittadini e le autorità civili e militari.

“La solidarietà fa la differenza”: è questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil, per celebrare il Primo maggio. Quest'anno la manifestazione nazionale in Sicilia, a Pozzallo. In Toscana sono tante anche in questo 2015 le iniziative organizzate da Cgil, Cisl e Uil per la Festa del lavoro e dei lavoratori. Enrico Rossi, presidente uscente della Toscana e candidato alla rielezione ha partecipato al corteo organizzato dai sindacati confederali a Sesto Fiorentino per il giorno della Festa dei Lavoratori,: “La Toscana soffre, ma reagisce e rivela una capacità di resilienza sul fronte della perdita dei posti di lavoro: quattro punti in meno della media nazionale e una disoccupazione giovanile inferiore di dieci punti rispetto al quadro italiano.

Abbiamo seguito 160 crisi aziendali e tenuto in piedi un sistema diffuso di protezione sociale. Il nostro export vola al + 23% dal 2010. Dobbiamo concentrare ogni sforzo sui nuovi investimenti e sul cambio di cultura politica. L'austerità è un vicolo cieco. La democrazia italiana è stata fondata dai lavoratori e dai loro scioperi del '44. Questo è il filo rosso che lega il 25 aprile al 1° Maggio. Nello sforzo di emancipazione che accompagna la vita dei lavoratori c'è la radice dei nostri diritti e dei nostri valori. La Toscana è luci e ombre.

Penso ai lavoratori di People Care di Guasticce e della Smith di Volterra e alle loro famiglie sulla cui testa grava il cinismo di un capitalismo finanziario che sta disumanizzando l'Occidente e la sua cultura democratica. Ma la Toscana è un fortino di resistenza alla crisi, impegnata nella battaglia per la dignità, il lavoro, i diritti. La sfida più grande che abbiamo è quella di ricomporre la Toscana dinamica con la Toscana più fragile che si concentra soprattutto nella fascia costiera da Massa a Piombino passando per Livorno.

In quest'area della Toscana dobbiamo potenziare la struttura produttiva e le infrastrutture. A chi ritiene che la decrescita possa essere una prospettiva di futuro, vorrei dire che essa ha senso solo per chi ha le tasche piene. Il nostro obiettivo è quello di allargare la sicurezza sociale, l'occupazione e la protezione dei precari”.

Il 5 maggio 2015 dalle 17.00 alle 20.30 si terrà a Firenze presso lo Spazio Alfieri (Via dell’Ulivo, 6) “Io lavoro. Femminile presente”, la discussione con aperitivo promossa da Sara Nocentini, assessora a cultura, turismo e commercio della Regione Toscana.

“La Festa dei Lavoratori è l'occasione per ribadire che nell’agenda del Pd il lavoro è centrale, far ripartire l’occupazione è il nostro primo obiettivo”, ed “è positivo, anche sul piano simbolico, che alla vigilia del Primo Maggio sia arrivata una schiarita da Piombino. Piombino è il simbolo del grande impegno per il lavoro profuso in questi anni dalla Regione. L’emblema di una buona pratica di governo e di una buona politica industriale. Un esempio di cui tener conto sempre”.

Così il segretario del Pd della Toscana Dario Parrini si esprime con un post sul suo profilo Facebook. “Rompendo un lungo immobilismo – scrive Parrini riferendosi all’azione del Governo – abbiamo ridotto drasticamente il costo del lavoro e le tasse a milioni di lavoratori dipendenti. Da alcune settimane vige una riforma pensata per favorire le assunzioni stabili e dare tutela a un maggior numero di persone in caso di perdita del posto di lavoro.

Ci sono segnali positivi: Pil, ordini e fatturato dell’industria, aumento della percentuale di contratti a tempo indeterminato sul totale dei contratti attivati, export, fiducia di consumatori e imprese. Ma certamente, come dimostra l’odierno dato Istat sulla disoccupazione, il cammino della ripresa non è né in discesa né privo di incognite. Solo tra qualche mese potremo credibilmente misurare gli effetti dei provvedimenti assunti. Tuttavia è chiaro fin d’ora che occorre che non ci fermiamo.

Bene quel che si è fatto. Ma dobbiamo fare ancora di più: ancora meno tasse su lavoro e imprese, meno burocrazia, più investimenti. Sappiamo che c’è chi critica le nostre scelte. Rispettiamo le critiche. E ci confrontiamo con chi ce le rivolge. Francamente – continua il segretario regionale del Pd toscano – le riteniamo errate. Perché di un impegno così forte per la crescita e per il lavoro non ci sono precedenti negli ultimi vent’anni in Italia. Infine un’annotazione tutta toscana: è positivo, anche sul piano simbolico, che alla vigilia del Primo Maggio sia arrivata una schiarita da Piombino, con l’accordo tra Cevital e sindacati per la riassunzione di tutti gli ex dipendenti Lucchini entro l’inizio del 2017.

Piombino è il simbolo del grande impegno per il lavoro profuso in questi anni dalla Regione. L’emblema di una buona pratica di governo e di una buona politica industriale. Un esempio di cui tener conto sempre” conclude Parrini

In evidenza